Mediterraneo a Pistoia: la nuova mostra di Tomaino

Dal 23 febbraio fino al 31 marzo una mostra dell'artista ligure sul nostro mare: ponte di civiltà e scenario di fantasmi

Segni di memoria tramite gli oggetti più umili

Il 23 febbraio si inaugura alla Galleria ME Vannucci di Pistoia “Mediterraneo”, la mostra dell’artista ligure Giuliano Tomaino.

Il tema non è l’immigrazione, come potrebbe sembrare di primo acchito, ma «la storia dell’uomo e dei suoi passaggi nel mare che bagna terre dove è nata la civiltà. Il Mediterraneo è sempre stato testimone di tragici eventi, adesso però è diventato rosso e sul suo fondale si aggirano troppi fantasmi», spiega Tomaino.

Il mare è una costante della vita e dell’opera di Giuliano; e come il mare può diventare un ponte fra i popoli, così la memoria lo è fra il passato e il futuro. Prosegue Tomaino: «Le persone che hai amato si affacciano dallo specchio: ogni tua espressione ne ricorda qualcuna. Anche i gesti che compi li hai già fatti».
Segni di memoria sono anche gli oggetti più umili, gli scarti: «Un pezzo di legno scolorito o una guaina catramosa diventano viaggi nel tempo. Un cavallo a dondolo può rappresentare la storia della tua vita».

Ma non c’è solo la memoria nell’arte di Tomaino, la sua arte è rivolta anche al futuro: «Penso al piacere di realizzare cose che non ho ancora visto. Fare arte è un modo di vivere, ma è anche un mistero: si cerca il diavolo e si trova il santo».
L’arte ha anche la funzione di unire passato e futuro: i disegni rupestri degli uomini delle caverne, «arte pura – secondo Giuliano -, avevano il compito non solo del ricordo, ma di rituali per una buona caccia o per guarire da una malattia. Anche adesso l’arte ha questo compito, e gli artisti sono gli sciamani della nostra epoca».

Sono qui, l’opera al Centro*Prato

Tomaino ha un legame particolare con Unicoop Firenze. Al Centro*Prato, infatti, ha realizzato Sono qui, un grande braccio rosso con una mano aperta che invita all’incontro.
La collaborazione con la cooperativa è nata dopo un viaggio a Gerusalemme organizzato da Unicoop Firenze.

Nella città santa «con un gruppo di ragazzi toscani, insieme a giovani palestinesi e israeliani, abbiamo dipinto un grande murales, con centinaia di case che formavano una città ideale – racconta l’artista -. A Beit-Hanin (Gerusalemme) abbiamo anche costruito Casa, senza porte né finestre, con pietra locale. Tutti insieme abbiamo posato pietra su pietra, una dopo l’altra, e Casa è diventata simbolo di rifugio, presenza e comunità».

Tomaino: un’artista di collaborazioni e materiali mai banali

Giuliano Tomaino è nato a La Spezia. Ha iniziato il suo percorso artistico alla fine degli anni Sessanta nella direzione dell’Arte povera, con assemblaggi di oggetti trovati. Usa materiali fra i più disparati: catrame, cera, legno, ferro e smalti industriali.

Dalle grotte di Lascaux e dai riti sciamanici nasce il Cimbello. Da Italo Calvino e i suoi surreali racconti, Italo, cavallo a dondolo. A San Pellegrino in Alpe “incontra” San Bianco e San Pellegrino: ecco le Case dei Santi.

Ama lavorare con altri artisti, e nel 2003 nasce la Factory, con la quale tuttora organizza incontri ed eventi. Ha realizzato mostre personali, in spazi pubblici e musei, in Italia e all’estero. È stato invitato alla “Biennale di Dakar” nel 2002, nel 2011 alla “Biennale di Venezia”, nel Padiglione Liguria, e nel 2015 all’Expo di Milano.

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