Le albicocche della Maremma

Nel Parco dell’Uccellina si colgono dalla fine di maggio a settembre

Dalla Maremma con amore. O meglio, dai Monti dell’Uccellina, con dolcezza. Perché è proprio dal Parco regionale della Maremma, in un’area protetta di 60 ettari, che arrivano le albicocche dell’azienda Verde Toscana. Terra fertile, incontaminata e vicina al mare, dalla bellezza impareggiabile e dal clima mite. Un’arte antica e nobile, quella della coltivazione delle albicocche, che inizia con la selezione delle piante più adatte al tipo di territorio e si conclude con la raccolta, fatta a mano, delle molte varietà coltivate: «Le prime albicocche che annunciano l’inizio della stagione sono le primidi – racconta il responsabile commerciale di Verde Toscana Mauro Grechi – insieme alle tsunami, dal sapore equilibrato e aromatico. Dalle prime settimane di giugno fino a fine estate troviamo invece le varietà luna, succose e dolci, bora, dalla colorazione giallo-arancio, e la mediabel, dalle sfumature rosse».

Frutto letterario

«Siate gentili e cortesi con questo cavaliere… d’albicocche nutritelo», ordinava ai suoi sudditi la regina delle fate Titania, protagonista dell’opera di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate. Questi frutti erano infatti considerati afrodisiaci e magici, auspici di fortune ma anche presagi di difficoltà e ostacoli, in base alla condizione e allo stato in cui apparivano durante i sogni.

La storia dell’albicocca è il racconto millenario di un crocevia di culture: secondo un’antica leggenda, quella di albicocco era una bellissima pianta ornamentale originale dell’Armenia. Quando fu distrutta dall’invasione dei nemici – perché considerata inutile, in quanto non produceva frutti – le lacrime di una fanciulla riuscirono a trasformare i fiori bianchi in rigogliosi frutti dorati. Secondo altre leggende, l’albicocca sarebbe una pianta originaria della Cina che nei secoli attraversò l’Oriente finché fu scoperta e poi diffusa in Europa da Alessandro Magno che, in una delle sue campagne militari, decise di portarla con sé, rapito dalla bellezza e dalla bontà dei suoi frutti: da qui, Romani prima e Arabi poi, l’hanno diffusa nel bacino del Mediterraneo, e in tutte quelle zone d’Italia in cui ancora oggi si coltivano albicocche.

Amica della salute

Dolci e delicate anche nell’aspetto, le albicocche abbassano i livelli di colesterolo nocivo, proteggono il cuore e regolano il battito cardiaco. Ricche di vitamina A e caroteni, sono un valido aiuto per gli occhi e per la pelle, perché stimolano la produzione di melanina (come tutti i frutti di colore arancione); grazie alla presenza di vitamina C, aiutano l’organismo a resistere alle infezioni e a combattere i radicali liberi. L’olio del nocciolo è utile per curare dermatiti ed eczemi, oltre che per contrastare le smagliature.

Composte all’86% di acqua, le albicocche sono perfette per uno spuntino dopo una sessione sportiva. Contengono infatti pochi grassi, zero sale, fibre vegetali (amiche dell’equilibrio intestinale) e sali minerali utili a favorire una buona contrazione muscolare e ad allontanare il sopraggiungere di fastidiosi crampi.

Per poter godere dei loro super poteri, è consigliabile consumarle fresche, ma le albicocche sono ottime anche se gustate in marmellate e gelatine, o per farcire crostate e torte, la Sacher ad esempio. Ma con le albicocche, le possibilità sono infinite: perché non preparare una salsa di albicocche da accompagnare alla carne, o aggiungere delle albicocche tagliate a dadini al soffritto?

Curiosità

  • Le albicocche hanno una giornata nazionale a loro dedicata: il 12 giugno.
  • In Inghilterra con le albicocche si produce un “vino” dolce, l’apricot wine, e un superalcolico chiamato apricot brandy.
  • La pianta appartiene alla famiglia delle Rosaceae, la stessa di ciliegie, pesche e prugne.

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