Claudia De Lillo, una mamma in tempi di Coronavirus

Mamma di tre figli, giornalista, blogger di Nonsolomamma e una delle voci della trasmissione radio Caterpillar

Tre figli, tre dei cinque compleanni di famiglia festeggiati in casa causa emergenza Coronavirus, una famiglia che si allarga, mentre gli spazi si restringono – sempre per colpa del virus. Elasti, al secolo Claudia De Lillo, racconta da sempre la sua vita da Elastigirl (protagonista femminile e supereroina della serie Gli Incredibili) sul blog Nonsolomamma. Il racconto online continua anche in tempo di quarantena.

Come si è allargata la famiglia?

Devo dire che l’emergenza ci fa diventare ancora più mamme. Io nel mio piccolo ho adottato due signori ultraottantenni che vivono al piano di sopra. All’inizio non ne volevano sapere, poi hanno ceduto, ora cucino per noi e per loro. É bello riscoprire un senso di comunità, di accudimento dei più fragili, di quotidiana umanità che normalmente sfugge. Poi nascono le abitudini, la telefonata giornaliera che se te la dimentichi uno si preoccupa, piuttosto che il flash mob musicale alle 18 sul balcone.

L’emergenza come tempo di relazioni?

Pare strano che nel momento in cui siamo obbligati a restare a casa, ognuno nel suo appartamento, si diventi più amichevoli, più aperti all’altro. Eppure è solo in questo momento che abbiamo conosciuto alcuni dei vicini e che per cause di forza maggiore smettiamo di comportarci come monadi e ci inventiamo modi alternativi di vivere rapporti di buon vicinato. Fra l’altro, l’emergenza ci porta tutti sulla stessa barca, non ci sono più seconde case al mare o finesettimana via da casa, tutti dobbiamo farci le faccende domestiche: nella distanza abbiamo riscoperto un terreno comune.

Capitolo figli. Come vivono questa situazione eccezionale senza scuola e attività e lontani dagli amici?

Come al solito più le situazioni sono estreme, più ci stupiscono e danno il meglio di loro. Devo dire che sono ammirata dalla loro reazione, stanno affrontando questo periodo con autocontrollo ed armonia, rivelano una grande capacità di adattamento, da un lato perché si possono abbandonare a quello che chiamo “sdivanamento feroce”, dall’altro perché si lasciano trasportare verso un orizzonte inusuale e prendono questo periodo come una lunga pausa prima di ripartire con più entusiasmo ed energia di prima. Rispetto a noi grandi, poi, non accusano quell’ansia, malinconia o senso di smarrimento e sanno gestire meglio la socialità virtuale fatta di Playstation e Tik Tok. Li aiutano senza dubbio quel cinismo e quel senso pratico per cui l’emergenza ti fa saltare la scuola e gli esami, anche se alcune privazioni pesano anche a loro, come quella di non poter incontrare la ragazza.

Cosa si scopre dei propri figli stando 24 ore su 24 insieme?

Ho scoperto la loro grande resilienza, la capacità di adattarsi ed anche delle nuove passioni: il “medio” che si sta dando alla cucina, il grande che si improvvisa personal trainer su Zoom e fa lezione di ginnastica al fratello più piccolo e ai suoi amici. Tutti poi sfruttano a pieno la tecnologia e così i giochi in cortile diventano appuntamenti quotidiani con gli scacchi o la battaglia navale via Skype.

Scuola virtuale: come va?

La didattica a distanza ci aiuta a cadenzare gli orari, a mettere dei paletti nel tempo fluido della quarantena. L’efficacia varia a seconda dell’età, degli strumenti, c’è chi riesce a trovare il contatto con i ragazzi anche stando dall’altra parte di uno schermo e chi fatica di più. Sicuramente è grande l’impegno che viene richiesto anche ai genitori: io ieri ho passato due ore a fare matematica, oggi abbiamo fatto scienze. Penso a tutte quelle famiglie dove i genitori lavorano fuori casa, a chi non ha il bagaglio tecnologico o culturale per accompagnare i propri figli, temo che possano aumentare le distanze fra chi viene supportato e continua a seguire, seppur con tutta la fatica che si fa ad essere maestri dei propri ragazzi, e chi rischia di restare indietro.

A proposito di lavoro, che succede quando la radio (Claudia De Lillo è una delle voci di Caterpillar la mattina all’alba su Radio2, ndr) si fa smart?

In pratica è come lavorare in pigiama, situazione che, anche se non vogliamo ammetterlo, è sempre più diffusa in tempi di Coronavirus. Da un lato c’è la comodità di risparmiarsi il tragitto ogni mattina all’alba verso lo studio, dall’altro è più complicato. Io mi sono ricavata una caverna insonorizzata in salotto, dentro è tutto nero, mi metto lì e parlo, ma ci devi credere tanto, mi mancano i colleghi, quello che ti fa le linguacce e sdrammatizza. Noi interpelliamo spesso i nostri ascoltatori e di questi tempi ti capita di sentir raccontare la storia di un medico che per fare il suo lavoro si è dovuto allontanare dalla sua famiglia, andare a stare da solo e tu sei lì che mentre ti commuovi pensi che il tuo compito è accompagnare con ottimismo l’inizio della giornata delle persone, di chi è in macchina per andare a lavorare…non è sempre facile.

Infine, Festa della Mamma. Come la festeggerete?

Voglio mangiare tutte le cose che fanno male. Sono una persona piuttosto disciplinata e in questo periodo, come tutti, sto particolarmente attenta a mangiare sano, cibi che fanno bene. Ecco, per le Festa della Mamma mi regalerò un po’ di “sana” anarchia culinaria!

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