Il Chianti della Fattoria Montecchio: una tradizione secolare

Storica cantina tra Firenze e Siena, porta sugli scaffali Coop.fi grandi vini come il Chianti Classico e il Chianti Classico Riserva, unendo tradizione e innovazione nella produzione

“Fino al giorno prima non si sa cosa possa succedere, ma quando inizia la vendemmia, tiro un sospiro di sollievo”. Riccardo Nuti guida la Fattoria di Montecchio, storica cantina tra Firenze e Siena, che porta sugli scaffali Coop.fi una tradizione secolare fatta di buoni vini, come il Chianti Classico e il Chianti Classico Riserva. Scruta il cielo con un filo di timore, soprattutto ora che è vicina la raccolta.

Negli ultimi tempi il rito della vendemmia è stato rivoluzionato dalle bizze del meteo: “L’eccezione è ormai la regola, ogni anno ci troviamo davanti a qualcosa di eccezionale: grandinate, gelate fuori stagione, sbalzi di temperatura” spiega Nuti. Se ieri per il Sangiovese la raccolta iniziava a metà ottobre, oggi è anticipata di due o tre settimane.

Dal filare alla botte

“La sfida per il futuro è l’agricoltura di precisione” osserva Nuti “cioè monitorare con sensori il microclima di ogni vigna, per prevedere il rischio di patologie delle viti e usare trattamenti mirati solo se necessario”. Innovazione e tradizione. La Fattoria di Montecchio è l’unica del Chianti Classico ad avere un’antica fornace che produce anfore in cotto fiorentino, usate per invecchiare il vino, una tecnica arcaica che sta tornando in auge.

Dalla vigna alla cantina il passo è breve: le uve vengono selezionate fin dal filare, perché ogni vitigno è un mondo a parte e la bravura dell’enologo sta nel trovare l’equilibrio tra le mille anime del rosso. Una volta separate le bucce, inizia la maturazione che continua per quasi un anno. Come un bambino, nelle cantine il vino è sorvegliato durante tutta la sua “crescita”: nei primi momenti in botte viene assaggiato anche due volte a settimana, quando è più maturo ogni quindici giorni per capire come si sta evolvendo e se è pronto per la bottiglia.

Rosso o bianco?

Più corto il viaggio di un vino bianco fresco e profumato, come il Vermentino, per cui sono necessari dai 30 ai 60 giorni in cantina. Nel pisano, dentro la tenuta agricola di Torre a Cenaia, nascono le bottiglie marchiate con lo stemma araldico dei Pitti:nel Novecento l’ultimo dei discendenti della famiglia, Robert Pitti, valorizzò la vocazione vinicola dei terreni, oggi totalmente dedicati al biologico, dal Sangiovese allo stesso Vermentino. “Quest’anno non ci sono state particolari criticità nei vigneti” dice Matteo Mori, responsabile commerciale della tenuta “l’annata del Vermentino che arriverà in autunno sarà fresca, “beverina” e molto profumata grazie all’influsso di una primavera non calda”.

Controlli in vigna

I trenta ettari di vigneti sono seguiti da Graziana Grassini, una stella dell’enologia italiana. Tra i filari i controlli sono costanti: da una parte c’è il rispetto del disciplinare biologico che dice no a sostanze di sintesi, dall’altra più personale e monitoraggi in vigna aiutano a prevenire fin dal principio i problemi delle piante. A pesare sulla vendemmia 2020 però è anche l’effetto Covid-19: qui come altrove, le aziende agricole vivono di turismo, con degustazioni ed eventi. Quest’anno le presenze sono crollate. Il rapporto con le catene di supermercati e l’online sta aiutando ad andare avanti, ma dal mondo del vino arriva un messaggio in bottiglia per tornare a brindare. “La speranza” dice Matteo Mori “è soprattutto una, che tutto torni presto alla normalità”.

Guida al vino. Come scegliere?

Continua la collaborazione tra Unicoop Firenze, Ais Toscana (Associazione italiana sommelier) e Fisar Firenze (Federazione italiana sommelier albergatori e ristoratori). Ogni mese gli esperti propongono una selezione di vini, evidenziati sul volantino di Unicoop Firenze, con una scheda dettagliata delle migliori etichette. Un modo per conoscere da vicino le eccellenze della cantina Coop.fi.

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