La cultura? Nutrimento. Parola di Accorsi

Stefano Accorsi direttore artistico della Fondazione Teatro della Toscana. L'attore e regista entrerà nel ruolo per il triennio 2021-2023

Il teatro che funziona

La cultura? Nutrimento. La città? Da battere “granello per granello” per portare a teatro quante più persone possibile. Con spettacoli capaci di far innamorare anche i più giovani e chi non fa parte del pubblico abituale del teatro.

Arriva alla direzione artistica della Fondazione Teatro della Toscana Stefano Accorsi. L’obiettivo, anzi gli obiettivi, del nuovo direttore artistico, che entrerà nel ruolo fra dieci mesi, per il triennio 2021-2023, sono aprire il teatro a livello internazionale e portare in primo piano l’impegno sociale e civile e in prima fila i giovani.

Per Stefano Accorsi il teatro che funziona è quello che fa sì che lo spettatore non resti attaccato alla poltrona, ma sia stimolato e incuriosito. Parola d’ordine: appassionare, attraverso sinergie capaci di portare le persone a teatro e i teatri verso le persone.

Dopo anni di collaborazione e coproduzioni, Accorsi si dice entusiasta del nuovo ruolo e pronto a utilizzare i prossimi dieci mesi per “studiare”. Sul tavolo per ora ci sono “progetti, idee, suggestioni e parole” che verranno elaborati nei prossimi mesi.

Nella foto da sibistra Stefano Accorsi, Toammaso Sacchi e Marco Giorgetti

L’italianità a teatro

Più arti e forme espressive, promette Accorsi da neonominato direttore artistico, e un occhio attento all’italianità, identità riconosciuta in tutto il mondo, con l’impegno di “scavare” e rimodernare. Sono le linee indicate da Accorsi nella presentazione alla stampa, in cui ribadisce a chi una volta disse che con la cultura non si mangia, che la cultura è nutrimento.

La linea culturale di Accorsi, che userà i prossimi dieci mesi per calarsi nella realtà fiorentina, città ai vertici per la spesa per la cultura procapite ogni anno (120 euro), e sul territorio su cui operano i teatri della Fondazione, che raccoglie Teatro della Pergola e Niccolini a Firenze, Teatro Studio a Scandicci e Teatro Era a Pontedera, punta a rimarcare una forte identità europea nel segno soprattutto dei giovani, “per una nuova narrativa che parta dalla città delle arti e dal protagonismo del suo massimo teatro”.

Residenze internazionali, coproduzioni con i grandi teatri europei, ospitalità dei maggiori protagonisti del teatro contemporaneo, sviluppo e sperimentazione della drammaturgia nel campo del multimediale. Sono le nuove frontiere della Fondazione per il triennio sotto la direzione Accorsi, che ha già collaborato con la Pergola, il più antico teatro all’italiana ancora in attività, per alcune coproduzioni, come quelle realizzate per il Progetto Grandi Italiani nel quadro della collaborazione con la compagnia Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo. Quanto alle prospettive, il ruolo di Porta d’Europa che la Fondazione vuole incarnare è già vicino, grazie ad una ampia rete di relazioni internazionali sviluppata negli scorsi mesi, con realtà come il Théatre de la Ville di Parigi, il Lliure di Barcellona, la Fondazione Onassis di Atene e il Watermill Center di New York e altre.

L’impegno di Unicoop Firenze per promuovere l’accesso alla cultura

L’approccio della nuova direzione artistica, che mira ad allargare il pubblico, è in linea con l’impegno di Unicoop Firenze per promuovere l’accesso alla cultura dei soci. Soci che, da anni possono usufruire di riduzioni sui biglietti degli spettacoli e su altre attività del Teatro, fra le quali negli ultimi mesi l’iniziativa delle visite guidate agli spazi “nascosti” dei luoghi della Pergola, che furono una volta sede della “Città del Teatro”: un grande opificio autosufficiente nel quale si svolgevano tutti i mestieri della scena.

Nel 2019 sono stati 76 i teatri convenzionati che hanno proposto ingressi ridotti per i soci, mentre le sponsorizzazioni sono arrivate a quota 219.

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