Allergie ai pollini nei bambini: sintomi e trattamenti

I consigli di Francesca Mori, responsabile Allergologia dell'Ospedale pediatrico Meyer

Ospedale pediatrico Meyer
Ospedale pediatrico Meyer
Consigli di salute e alimentazione nell'infanzia in collaborazione con i medici del Meyer di Firenze.

L’inesorabile allergia ai pollini ritorna puntuale ogni anno e per qualcuno è una vera tortura. «L’allergia ai pollini esordisce in età scolare – spiega Francesca Mori, responsabile dell’Allergologia del Meyer -. La rinite allergica, in particolare, è definita come una patologia nasale/nasocongiuntivale strettamente legata a uno stato infiammatorio causato da un meccanismo IgE mediato, conseguente, in genere, all’esposizione a un aeroallergene in
un soggetto sensibilizzato».

Le allergie tendono a risolversi crescendo o rimangono per sempre?

Sono più frequenti nel bambino fino all’adolescenza e poi migliorano nell’età adulta. In passato la rinite allergica veniva classificata come stagionale (primaverile, da pollini) o perenne (da acari della polvere di casa, da animali domestici o da muffe). Recentemente la classificazione è cambiata in base alla durata e alla gravità dei sintomi: intermittente (se i sintomi durano meno di 4 giorni la settimana o meno di 4 settimane) e persistente (se i sintomi durano più di 4 giorni la settimana e per più di 4 settimane). Sulla base della gravità dei sintomi, si individuano forme lievi, moderate e gravi.

Quali sono i sintomi?

Prurito nasale, starnuti “a salve”, rinorrea sierosa (cioè il naso che cola, con muco) e ostruzione nasale, e sono spesso associati a infiammazione delle congiuntive (lacrimazione, prurito, fotofobia e sensazione di bruciore oculare). Una manifestazione tipica della rinite allergica è il cosiddetto “saluto allergico”, e cioè quel gesto tipico del bambino che spinge dalla punta del naso verso l’alto con la mano e che con il tempo causa la formazione di un solco nasale trasversale. Quando questi sintomi si verificano ogni anno nella stessa stagione, è possibile sospettare una rinite allergica da pollini che si riacutizza appunto durante la stagione pollinica, ed è opportuno parlarne al pediatra.

Esiste un “vaccino” per le allergie stagionali?

Sì, tecnicamente si parla di “immunoterapia allergene-specifica” (Ait) ed è l’unica terapia che abbia la capacità di incidere favorevolmente sulla storia naturale della malattia. È utilizzata nei pazienti affetti da rinocongiuntivite allergica e asma bronchiale e può essere somministrata per via iniettiva sottocutanea o, modalità oggi molto più frequente, per via sublinguale.

Come si reperiscono questi trattamenti?

Nella maggioranza dei casi, la prescrizione da parte del medico è specifica e nominale per il singolo paziente: lo specialista fa la prescrizione e il genitore si rivolge direttamente alla casa farmaceutica per la spedizione a domicilio. Solo alcuni estratti sono invece stati registrati come “farmaci” e dispensati dal Sistema Sanitario Nazionale in fascia A, sempre su prescrizione dello specialista, con piano terapeutico e dunque gratuiti: oggi in Italia sono in commercio, ad esempio, due estratti registrati di graminacee.

I preparati fitofarmaceutici,fra cui il ribes nero, sono efficaci come antistaminici?

L’industria di prodotti fitofarmaceutici, come il ribes nero, ha subito un’impennata negli ultimi anni. Il ribes nero in particolare contiene livelli elevati di polifenoli tra cui antocianine e le proantocianine a cui viene attribuita un’azione antinfiammatoria. In letteratura, però, a oggi non ci sono studi pediatrici che supportino l’efficacia del ribes nero nel trattamento della rinite allergica.

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