

Trama
Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. È cosí che comincia la vicenda della sua famiglia e della sua gente, in un mondo dove la violenza è di casa negli anni crudi del fascismo. Innamorata di Bruno, un trovatello di cui la nonna si prende cura da sempre, fa della bontà la sua carta vincente, riuscendo a rimanere viva nonostante i brutti colpi che la vita le infligge. Nutre un’inesauribile fiducia nell’umano: sopravvissuta alla polio, accompagnata dalle apparizioni dei fratelli defunti e perseguitata dalla scarogna, vede il suo Bruno scomparire senza motivo, ma lei non smette di aspettarlo. Iris, al contrario, figlia di un’insegnante e insegnante lei stessa, è dotta e bellissima. In città, lavorando per una coppia di marchesi conosce Diaz, se ne innamora e con lui diventa combattente partigiana. Le vite di queste due giovani donne s’intrecciano a causa di Vetro, gerarca fascista pluridecorato in Abissinia, molto affascinante e bello, marito della prima e amante appassionato della seconda. Entrambe divengono ben presto vittime del suo sadismo e della sua crudeltà senza limiti, fin quando il piano per la loro rivalsa personale sfocerà in un epilogo senza pari.


La citazione degna di nota
Perché la gente, nelle sventure, è di due razze: quella che gli si smuove la pietà, e quella che tira fuori la carogna. Nessuno resta com’era.


Le nostre riflessioni
Questo è uno di quei libri che non smetteresti mai di leggere. Un linguaggio essenziale e molto duro, adeguato alla violenza del distruggere, alla sopraffazione che troviamo nel racconto. Stupri, violenza di genere, brutalità e indifferenza delle famiglie: esistono persone così? Probabilmente sì, esistono. Ma esiste anche la luce in ognuno di noi: in ogni periodo storico ci sono stati e ci saranno tutti i lati dell’essere umano con tutti i suoi limiti.
Un’accurata ricostruzione storica con una realistica ed umana caratterizzazione dei personaggi fanno del romanzo un’occasione d’oro per parlare del passato comunicando la violenza di oggi. Ci interroghiamo a lungo sulle radici del male: sono in ognuno di noi ed è nostra la scelta sul farle emergere, o l’ambiente che ci circonda e ci cresce permea nella nostra pelle modificando il dna?
Per rievocare una guerra maledetta che «ha ammazzato tutti, anche i vivi», Nicoletta Verna intinge la penna nel sangue vivo:a nelle sue pagine, benché tragiche, per fortuna non tutto è perduto; non tutte le cause si rivelano perse. Salvare qualcuno significa salvare sé stessi.


Lo consigliamo a...
A chi s’interroga sulla natura umana e sui suoi limiti.


Le parole chiave del libro
Violenza
ombra e luce
crescita
fragilità
riscatto
maschilismo
crudeltà
lotta