Trama
Questa storia comincia il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale italiano a Roma vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo. Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra, accusato di aver fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli, ma troppe cose non tornano. Nel 2021 due donne si incontrano. Rossella ha sessant’anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina di anni ne ha trenta, è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, dove ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle esperienze.
La citazione degna di nota
Ha a che fare con qualcosa di più difficile da esprimere. In parte con una sorta di colpa da espiare: il fascismo dentro e intorno a me.
Il mare calmo ha bisogno di datteri.
Le nostre riflessioni
Un racconto importante su una storia che è ancora poco conosciuta per alcuni, ancora nella memoria per altri.
Nonostante sia un libro molto scorrevole, il primo appunto delle lettrici è stato sullo stile, ritenuto un po’ troppo giornalistico, al limite tra il saggio ed il romanzo. Non ha aiutato l’alternanza dei capitoli che l’autrice dedicava al suo stesso racconto con quelli dedicati alla narrazione di Mario e Rossella, parti non ben combinate per una parte del gruppo. La lettura è di contro facilitata dalla curiosità di scoprire i dettagli di questa storia.
A colpire molto di questo libro è l’evidente violenza di quel periodo storico, sia quella fascista sia quella antifascista. L’autrice racconta le differenze tra le due parti, e senza risparmiarsi in critiche; racconta la mistificazione dei fatti, il negazionismo, il vittimismo. Fa innervosire leggere di come la stampa al tempo non abbia parlato dei fatti con la giusta accuratezza, e probabilmente ancora oggi dobbiamo fare i conti anche con quel passato.
Lo stesso devono fare le due donne protagoniste di questo libro, unite da un vissuto che ha lasciato simili cicatrici, unendole in una sorellanza che sa di dolore. Rossella ha avuto una grande forza, nonostante le incongruenze di ciò che racconta ai figli. Proprio il figlio Tiziano, una volta cresciuto, mette insieme tutte le versioni della storia che la madre gli ha raccontato negli anni per farne un documentario. Probabilmente è questo il suo mezzo per fare i conti con il passato.
Tutto il gruppo ha trovato Valentina Mira molto coraggiosa per aver scritto questo libro, con cui è riuscita a mettere insieme i frammenti di un quadro molto complesso. Sicuramente un’operazione importante per far luce su quegli anni e soprattutto sulle vittime collaterali.
Lo consigliamo a...
A tutti, di tutte le età, soprattutto ai giovani.
Le parole chiave del libro
neofascismo, violenza, passato, sorellanza