Quali analisi di laboratorio ed esami strumentali e a quale età: a ciascuno il proprio screening

Ogni fase della vita porta con sé cambiamenti e nuove sfide per la salute. Per affrontarle al meglio, prevenzione e diagnosi precoce sono le difese più potenti che abbiamo. I consigli del prof. Niccolò Marchionni, professore Emerito di Medicina Interna-Geriatria, Università di Firenze

Niccolò Marchionni
Niccolò Marchionni
Professore Emerito di Medicina Interna-Geriatria, Università di Firenze

Ogni fase della vita porta con sé cambiamenti e nuove sfide per la salute. Per affrontarle al meglio, prevenzione e diagnosi precoce sono le difese più potenti che abbiamo.

Gli screening – realizzati con esami di laboratorio ed esami strumentali (es.: ecografia dell’addome) – permettono di identificare fattori di rischio di malattie, o intercettare precocemente molte patologie, migliorandone le possibilità di trattamento e guarigione.

Ma quali esami fare e quando? Ecco una guida pratica e motivante per orientarsi.

Cos’è uno screening?

Lo screening è un programma di esami di laboratorio o strumentali, condotto in assenza di segni o sintomi, con l’obiettivo di identificare precocemente una malattia nella popolazione generale. Pensiamo, ad esempio, alla mammografia per il tumore al seno nelle donne tra i 40 e i 70 anni, o alla ricerca di sangue occulto nelle feci per la diagnosi precoce di tumori del colon-retto in donne e uomini utra50enni. Non si tratta di procedure infallibili, ma i benefici superano di gran lunga i rischi (e i costi) nelle fasce di popolazione dove l’incidenza delle patologie è più elevata.

Perché gli screening sono fondamentali?

In Italia, ogni giorno, vengono diagnosticati oltre 1.000 nuovi casi di tumore maligno. Nel 2022, ciò si è tradotto in 377.000 nuove diagnosi, di cui il 52% negli uomini e il 48% nelle donne. Attualmente, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 54% negli uomini e del 63% nelle donne, grazie soprattutto alla diagnosi precoce come risultato dei programmi di screening, e ai progressi terapeutici in ambito sia chirurgico sia farmacologico. Programmi di screening mirati, come quelli per il tumore al seno, al collo dell’utero e al colon-retto, hanno dimostrato di ridurre significativamente la mortalità.

Come diremo più oltre, la prevenzione, tuttavia, non riguarda solo i tumori. Esami semplici come la misura della pressione arteriosa, dei grassi circolanti nel sangue (colesterolo) o della glicemia, possono servire a prevenire patologie cardiovascolari o il diabete, migliorando così durata e qualità della vita.

Screening oncologici: quali fare e a quale età?

Tumore al seno:

  • Mammografia annuale per le donne tra i 45 e i 49 anni.
  • Mammografia biennale tra i 50 e i 69 anni (con estensione fino ai 74 anni, già assicurata nei livelli essenziali di assistenza – LEA – in alcune regioni).

Tumore al collo dell’utero:

  • PAP test ogni tre anni per le donne dai 25 ai 64 anni.
  • HPV test ogni cinque anni per le donne tra i 30 e i 64 anni.

Tumore al colon-retto:

  • Ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni per uomini e donne dai 50 ai 69 anni (da estendere sino ad almeno ai 74 anni, anche se non prevista dai LEA).

Questi programmi di screening, offerti dal Servizio Sanitario Nazionale nei LEA, sono gratuiti e basati su rigorose evidenze scientifiche, ed è grazie ad essi che nel nostro Paese la mortalità a 5 anni per i tre tipi di tumore sopra menzionati si è ridotta di alcune decine di volte a partire dagli anni ’80, quando gli screening sono stati istituiti.

Esistono poi ulteriori esami e semplici attenzioni che sono specifici per uomini e donne, e che ci sentiamo di raccomandare a diverse età:

Uomini:

  • Prima dei 40 anni: autopalpazione dei testicoli e misurazione della pressione arteriosa.
  • Tra i 40 e i 50 anni: controllo dei nei, esami del sangue per glicemia e colesterolo.
  • Dopo i 50 anni: PSA, ecografia addominale, visita cardiologica e Doppler dei tronchi sovra-aortici (ogni 4-5 anni, se i primi rilievi sono normali).

Questi controlli, spesso trascurati, sono essenziali per prevenire patologie silenziose ma potenzialmente gravi, come il tumore alla prostata o le malattie cardiovascolari.

Donne:

  • Dai 20 ai 40 anni: visite ginecologiche annuali con ecografia transvaginale, PAP test ogni 2-3 anni, autopalpazione del seno.
  • Tra i 40 e i 60 anni: visite senologiche annuali, mammografia ogni due anni, esami cardiologici e autoesame dei nei.
  • Dopo i 60 anni: ecografia addominale, visita cardiologica e Doppler dei tronchi sovra-aortici (ogni 4-5 anni, se i primi rilievi sono normali); esami del sangue per glicemia e colesterolo; valutazione del metabolismo osseo.

Per le donne, l’attenzione alla salute non si ferma agli screening oncologici o cardiovascolari. Controlli regolari possono prevenire o individuare precocemente condizioni come l’osteoporosi, garantendo una maggiore autonomia e qualità di vita nella terza età.

L’importanza della prevenzione in età geriatrica

Nel nostro Paese l’aspettativa di vita media è aumentata ben oltre i 75 anni, e una valutazione specialistica geriatrica può aiutare a identificare, e quindi monitorare, piccoli disturbi e patologie legate all’età, garantendo una migliore qualità della vita, ritardando l’insorgenza di disabilità. Anche in questa fase della vita, infatti, è importante non trascurare la prevenzione e i controlli, adattandoli alle necessità individuali.

Oltre gli screening: la prevenzione quotidiana

La prevenzione non si limita agli esami clinici. Adottare uno stile di vita sano è di fondamentale importanza per la prevenzione oncologica e cardiovascolare (prevenzione delle malattie aterosclerotiche). Secondo l’Istituto Europeo di Oncologia, un terzo dei tumori potrebbe essere evitato seguendo sei semplici raccomandazioni alimentari:

  • Consumare molta frutta e verdura fresca di stagione.
  • Utilizzare olio extravergine d’oliva preferibilmente a crudo; limitare il consumo di grassi animali.
  • Privilegiare proteine di alta qualità come pesce azzurro, carne bianca e legumi.
  • Optare per cereali integrali.
  • Limitare bevande zuccherate e alcol.
  • Bere abbondante acqua.

Anche l’attività fisica, il controllo dell’indice di massa corporea – evitando sovrappeso e obesità – e l’astensione assoluta dal fumo di sigaretta, giocano un ruolo cruciale nella prevenzione. Fare una passeggiata quotidiana (possibilmente almeno 30 minuti a passo veloce), salire le scale invece di prendere l’ascensore, o dedicarsi a un’attività sportiva che si ama, sono piccole azioni che possono fare una grande differenza.

Conclusione

Prendersi cura di sé non è solo una scelta individuale, ma un investimento per il futuro anche dei nostri cari e dell’intera collettività. La prevenzione è un atto d’amore verso noi stessi e le persone che ci circondano e, in ultima analisi, anche un segno di rispetto verso il nostro Paese e il suo servizio sanitario, migliorandone la sostenibilità economica.
Informarsi, aderire ai programmi di screening proposti e adottare uno stile di vita sano, sono passi semplici ma potenti per vivere meglio e più a lungo.

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