Il colesterolo è un elemento essenziale per il funzionamento del nostro corpo. Infatti, svolge un ruolo-chiave nella formazione delle membrane cellulari e nella sintesi di ormoni, come il cortisolo, gli estrogeni e il testosterone.
Tuttavia, quando i suoi livelli superano le soglie di normalità, può diventare un nemico silenzioso, aumentando il rischio di gravi malattie, soprattutto cardiovascolari. Comprendere i rischi legati al colesterolo elevato e adottare strategie efficaci per gestirlo è cruciale per mantenersi in salute.
Perché il colesterolo elevato è pericoloso?
Non tutto il colesterolo è uguale: una parte è benefica, mentre un’altra è potenzialmente dannosa. Il colesterolo veicolato da lipoproteine a bassa densità (LDL), noto anche come “colesterolo cattivo“, tende a precipitare e accumularsi nelle pareti delle arterie, formando placche aterosclerotiche. Queste, col tempo, possono restringere i vasi sanguigni, ostacolando il flusso di sangue al cuore, al cervello e anche ad altri organi (ad esempio reni, intestino, muscoli degli arti inferiori), e possono anche “esplodere” e ulcerarsi all’improvviso, dando origine a trombosi arteriose, causa di eventi cardiovascolari acuti, quali infarto miocardico o ictus.
D’altra parte, il colesterolo trasportato da lipoproteine ad alta densità (HDL), noto come “colesterolo buono“, svolge una funzione protettiva, aiutando a rimuovere l’eccesso di LDL dai vasi sanguigni e trasportandolo al fegato, dove viene metabolizzato. Mantenere un buon equilibrio tra queste due frazioni è fondamentale per prevenire complicanze.


La scienza dietro il colesterolo
L’importanza di tenere sotto controllo i livelli di colesterolo è supportata da decenni di ricerca scientifica, che ha dimostrato in modo definitivo che il colesterolo LDL elevato aumenta il rischio di eventi cardiovascolari, e che ridurlo con farmaci (statine) efficaci e potenti scoperti dalla metà degli anni ’70, abbassa nettamente tale rischio: in particolare, ogni 2% di riduzione del colesterolo LDL si associa a una riduzione dell’1% del rischio di malattia coronarica.
Negli anni ’80, lo storico studio “Scandinavian Simvastatin Survival Study” (4S) ha dimostrato che l’uso di statine per abbassare il colesterolo LDL riduce di oltre il 20% la mortalità per malattie cardiovascolari e, ciò che è ancora più importante, la mortalità totale. Questa scoperta ha rivoluzionato il modo in cui affrontiamo il colesterolo elevato, portando allo sviluppo di linee-guida che ne raccomandano, che deve far raggiungere livelli di colesterolo LDL tanto più bassi quanto maggiore è il rischio cardiovascolare del paziente.
Basti pensare, a questo proposito, che le linee-guida europee più recenti raccomandano di raggiungere un colesterolo LDL al di sotto di 115 mg/dL in prevenzione primaria (cioè, nel soggetto che non ha mai avuto eventi cardiovascolari), al di sotto di 70 in pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare (prevenzione secondaria), e al di sotto di 55 in prevenzione secondaria in pazienti a rischio particolarmente elevato (ad esempio, coloro che hanno già avuto un evento cardiovascolare e soffrono di diabete mellito).


Come affrontare il colesterolo elevato?
La gestione dell’ipercolesterolemia poggia su due pilastri fondamentali: la dieta e lo stile di vita globale, che comprende anche l’esercizio fisico regolare. Ecco alcune indicazioni pratiche.
Gli alimenti che aiutano
- Olio extravergine di oliva: i suoi grassi monoinsaturi favoriscono la riduzione del colesterolo LDL e apportano antiossidanti benefici. Anche l’avocado è un frutto che contiene “grassi amici”, che aiutano ad abbassare il colesterolo LDL.
- Pesce grasso come salmone e sgombro: fonte di omega-3, questi alimenti aiutano anche a ridurre l’infiammazione e a migliorare il profilo lipidico.
- Frutta secca (noci, mandorle, nocciole): consumata con moderazione, la frutta secca è ricca di acidi grassi insaturi e fibra, ideali per contrastare il colesterolo “cattivo”.
- Avena e cereali integrali: grazie al loro contenuto di beta-glucani, contribuiscono a ridurre l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale.
- Soia e legumi: studi suggeriscono che la soia può aumentare l’espressione dei recettori epatici per le LDL, facilitandone l’eliminazione dal sangue circolante.
- Frutta e verdura, in particolare agrumi e carciofi: ricchi di fibre e sostanze antiossidanti, aiutano a migliorare la salute delle arterie.


Cibi da evitare o limitare
- Zuccheri semplici e alimenti ad alto indice glicemico, come dolci e pane bianco, che stimolano la produzione di colesterolo.
- Grassi saturi di origine animale, presenti in burro, panna, formaggi stagionati e carni grasse.
- Bevande alcoliche in eccesso, in particolare birra, per il suo elevato indice glicemico.
- Cibi confezionati ricchi di grassi “trans” (grassi idrogenati utilizzati nell’industria alimentare, che dovrebbero essere indicati nelle etichette per disposizione CEE), che aumentano il rischio cardiovascolare.


E se la dieta non basta?
Sebbene una dieta equilibrata e l’attività fisica regolare (150 minuti alla settimana di attività fisica moderata) siano fondamentali, in alcuni casi non sono sufficienti a riportare il colesterolo ai livelli raccomandati. Questo perché circa l’85-90% del colesterolo è prodotto direttamente dal fegato e solo una piccola parte dipende dall’alimentazione. In questi casi, il medico può consigliare una terapia farmacologica.
Tra i farmaci più utilizzati ci sono le statine (che inibiscono la produzione di colesterolo nel fegato), l’ezetimibe (che inibisce il riassorbimento del colesterolo escreto nell’intestino dal fegato sotto forma di bile), l’acido bempedoico (un nuovo inibitore della sintesi del colesterolo privo dei potenziali effetti collaterali che le statine possono esercitare a livello muscolare, anche se in meno del 10% dei casi), e i nuovi inibitori della PCSK-9 (che agiscono aumentando l’eliminazione del colesterolo LDL).
Va ricordato che alcuni di questi possono essere prescritti solo con piano terapeutico redatto da centri specialistici. Questi trattamenti, combinati con uno stile di vita sano, offrono risultati eccellenti nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.


L’importanza della prevenzione
Non bisogna aspettare di avere sintomi per preoccuparsi del colesterolo elevato. Controlli regolari, soprattutto per chi ha una predisposizione familiare o altri fattori di rischio cardiovascolare (ad esempio: ipertensione arteriosa), sono fondamentali, e li abbiamo inclusi nello scorso articolo sugli screening di malattia.
Gli esami del sangue per monitorare il colesterolo totale, LDL, HDL e i trigliceridi sono semplici, ma estremamente utili per valutare il rischio cardiovascolare individuale e centrare gli obiettivi di prevenzione raccomandati dalle linee-guida.
Affrontare il colesterolo elevato richiede costanza e determinazione, ma i benefici sono enormi. Ogni piccola scelta, dal cibo che mettiamo nel piatto all’attività fisica che svolgiamo, contribuisce a costruire una vita più sana.
Adottare uno stile di vita sano non deve essere visto come una privazione, ma come un’opportunità per prenderci cura di sé. Ogni sforzo verso una dieta equilibrata, l’abbandono delle cattive abitudini alimentari e la pratica di un’attività fisica regolare, è un passo verso un cuore più sano e una vita più lunga.
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Le risposte del professor Marchionni saranno pubblicate sul blog “Consigli di salute” dell’Informatore online.