Kimono e arte giapponese al Museo del tessuto di Prato

Riflessi d'arte tra Oriente e Occidente. Fino al 19 novembre. Ingresso in convenzione per i soci Unicoop Firenze e visite guidate gratuite con pagamento del biglietto di ingresso

Ha ispirato Toulouse-Lautrec, che lo indossava abitualmente, e molti altri artisti dell’epoca, da Alphonse Mucha a Gustav Klimt, divenendo, fra Otto e Novecento, il simbolo di un più generale interesse verso una cultura – fatta di idee e sensibilità, di design e di concetto di spazialità – completamente diversa da quella occidentale. Al kimono, la morbida veste giapponese dalle ampie maniche, da fermare in vita con una sorta di larga fusciacca, il Museo del Tessuto di Prato, con la collaborazione del Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia, dedica “Kimono – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente”, mostra che ha ottenuto il patrocinio dell’Ambasciata del Giappone in Italia.

Viaggio in Giappone

In mostra cinquanta kimono, maschili e femminili, della prima metà del ‘900, dell’esclusiva collezione privata Manavello che, insieme a xilografie, stampe, quadri e tessuti provenienti da importanti collezioni e da inedite raccolte del Museo del Tessuto, documentano l’evoluzione delle relazioni economiche e culturali fra Europa e Giappone che iniziano alla metà del Cinquecento e arrivano nel tempo a contaminare i settori dell’arte e della moda di entrambi. Uno scambio creativo che la mostra racconta illustrando la moda del Giapponismo da un lato – come le espressioni artistiche dell’arte europea di quel periodo hanno attinto e reinterpretato il linguaggio espressivo e decorativo dell’arte giapponese è rappresentato in mostra da opere di Hiroshige, Utamaro e Hokusai -; ma soprattutto indaga il fenomeno dell’Occidentalismo, ossia l’influenza della cultura e dell’espressione artistica occidentale nell’arte giapponese attraverso l’oggetto più emblematico della cultura del Sol Levante, il kimono. 

È in questa seconda sezione della mostra che si può fare un viaggio attraverso i linguaggi della cultura tradizionale giapponese che si fondono con quelli delle avanguardie artistiche e del design tessile europei. È il caso di un Sovrakimono informale da donna (haori), nel quale il motivo giapponese della camelia è reinterpretato con colori accesi in stile Art Déco, e la forma rotonda del fiore ricorda le “rose circolari”, molto usate nei disegni per arredi tessili nei primissimi anni del Novecento, e poi riprese in Italia anche dal fiorentino Galileo Chini; o di un altro esemplare il cui motivo trova riferimenti nella pittura di Vasilij Kandinskij e Kazimir Malevič, esponenti dell’astrattismo geometrico europeo e delle avanguardie russe di inizio ‘900.

E ancora un Kimono informale da giovane donna, in cui il disegno a triangoli sovrapposti su piani inclinati rimanda a strutture compositive studiate dal Futurismo, mentre la sovrapposizione delle forme e i colori sfumati di ogni singolo elemento, che ne accentuano la tridimensionalità, rimandano alla lezione cubista; mentre il soggetto della nave da crociera attraccata al molo presente sul Sovrakimono informale da uomo (haori) è ripreso dai manifesti pubblicitari occidentali – nel Giappone di allora la crociera era uno dei simboli dello stile di vita moderno.

Storie di stoffa

«Se la forma dei kimoni è sempre la stessa – ha raccontato in un’intervista la collezionista Lydia Manavello -, la tessitura, i disegni, i colori, non sono mai uguali, l’eventuale ripetitività è legata solo all’uso dello stencil. Sui tessuti sono raccontate storie che i libri non narrano»: soffermatevi davanti al paesaggio con monti, pini e fiumi del Kimono formale da donna nubile (furisode) e provate a ricostruire la vostra versione della storia. 

Visite guidate gratuite e riduzioni sul biglietto di ingresso per i soci Unicoop Firenze

Dal 29 aprile al 19 novembre. Ingresso in convenzione per i soci, per i quali sono previste anche visite guidate gratuite (escluso il mese di agosto), con il pagamento del solo ingresso ridotto.

Prenotazioni: 05741837859, prenotazioni.museiprato@coopculture.it,museodeltessuto.it

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