Tutti gli agrumi si possono considerare anche piante ornamentali: grazie alla folta chioma sempreverde, ai frutti dai colori accesi e ai piccoli fiori profumatissimi, possiedono un aspetto lussureggiante e regalano ai luoghi che li ospitano bellezza e vivacità.
Alcune specie, tuttavia, in virtù delle loro dimensioni ridotte e di un più facile adattamento alla vita in vaso, risultano più versatili rispetto ad altre, dal punto di vista strettamente ornamentale.
A parte l’aspetto decorativo, queste piante sono utili anche in cucina e in ambito terapeutico, quindi è consigliabile prendersene cura con i corretti accorgimenti, così da utilizzarle al massimo delle loro potenzialità. Prima di tutto l’esposizione, meglio se soleggiata, al limite anche poco ombrosa. Il terriccio adatto è quello poco fertile, fresco e ben drenato. Si nutrono mensilmente con un concime complesso a base di manganese, magnesio, zinco e ferro.
Annaffiare con regolarità, ma con frequenza che varia di stagione in stagione: poco in inverno, almeno tre-quattro volte a settimana in estate. Inoltre, l’acqua dovrebbe fluire molto bene per cui si consiglia di usare vasi con numerosi fori sul fondo. Si pota accorciando i rami troppo lunghi per garantire una buona diffusione della luce all’interno della chioma.
In marzo si esegue una potatura di formazione; in aprile e ottobre è sufficiente una spuntatura. In genere, passato un anno, si può rinvasare in contenitori di un punto o due più grandi, arricchendo il vecchio terriccio con uno fresco.
I kumquat, sia quello tondo sia quello ovale, sono adattissimi alla coltivazione ornamentale. La varietà tonda è una pianta di piccole dimensioni, resiste al freddo (cosa non scontata per un agrume) e quindi è una specie rustica. I frutti sono giallo-oro, si mangiano interi e hanno un sapore aspro, leggermente vanigliato. Il kumquat ovale è di antica origine cinese; ha una chioma compatta e i frutti sono piccoli e color arancio, molto graditi al palato.
Tra i mandarini quello più decorativo in assoluto è il calamondino (Citrus mitis), una specie nana considerata un ibrido fra kumquat e mandarino. Produce frutti di continuo; i fiori bianchi e profumati decorano la sua folta chioma verde scuro e i rami sono privi di spine. I frutti di calamondino sono piccoli globi arancioni, con la buccia liscia e in verità un po’ amari. Questa pianta si può tenere anche in interni e si adatta a ogni stile di abitazione. I frutti sono adatti per fare una deliziosa marmellata, mentre dalla buccia, profumatissima, si estrae un olio essenziale che può sostituire quello di limone. Il calamondino fiorisce in primavera e fruttifica fra estate e autunno.
La limetta di Tahiti (Citrus lathifolya) è un agrume di medie dimensioni che, nelle giuste condizioni, fiorisce e fruttifica più volte in un anno. Il frutto, di colore giallo, è meno aspro del limone, che spesso sostituisce in cucina perché più gradevole al palato; si usa anche per preparare aperitivi.
Una specie particolare di agrume, solo ornamentale, è la cosiddetta mano di Buddha; il frutto è piuttosto grande e giallo; la forma, come suggerisce il nome, richiama quella delle dita di una mano.
Magari non è bellissimo a vedersi, ma il cosiddetto limone caviale, o Finger Lime, originario della lontana Australia, possiede, all’interno del suo strano frutto oblungo, una sorta di vescicole simili al caviale. Il gusto è fresco, lievemente piccante; si presta a rendere scenografica una bevanda o una macedonia.
In breve
- Ogni pianta di agrume può essere usata a scopo decorativo: basta solo contenerne le dimensioni.
- La mano di Buddha non è commestibile, ma farà certamente la sua bella figura in una collezione.
- I frutti del Calamondino sono ottimi per fare la marmellata.