Tosca(na) per davvero

Torna la pasta made in Tuscany da grano senza glifosato

Se s’inquadra il codice Qr stampato sulla confezione, puoi risalire fino al campo di grano da cui è stata prodotta la pasta: che sia vicino alla costa livornese o in Maremma, si può star certi che si tratta di un campo toscano.

Ad  aprile la pasta La Tosca è tornata sugli scaffali della Coop. Inizialmente con quattro formati: penne rigate, spaghetti, rigatoni e fusilli. E con una nuova confezione. Luca Brunetti, responsabile del settore cerealicolo di Terre dell’Etruria – una delle realtà cooperative più importanti del panorama agricolo toscano e nazionale, che conta oltre mille soci cerealicoltori e una vasta rete di centri di stoccaggio – non ha dubbi: «Il progetto della pasta La Tosca rappresenta un esempio virtuoso di cooperazione nel settore agricolo, un percorso che incarna pienamente il significato della collaborazione fra produttori. La definizione stessa di cooperazione, “operare insieme con altri, contribuire con l’opera propria al conseguimento di un fine”, trova in questa iniziativa un’applicazione concreta».

La pasta La Tosca nasce da un lavoro collettivo che parte dalla terra, coltivata dai soci della cooperativa Terre dell’Etruria, per arrivare sulle tavole dei consumatori.

Dal Livornese alla Maremma, dal Pisano al Senese

Realizzata con grano 100% toscano e priva di glifosato, a tutela della qualità del grano e della salute del consumatore, questa pasta è espressione di un territorio ben definito e riconoscibile. Le trenta aziende agricole coinvolte nel progetto rispettano rigorosi standard agronomici stabiliti dal disciplinare di produzione: per esempio – oltre al non utilizzo di glifosato -, usano esclusivamente sementi certificate. «Uno degli elementi chiave del progetto è la territorialità: il grano proviene da diverse aree della Toscana, dal Pisano alla Maremma, dal Senese fino alla fascia costiera livornese. Questa diversificazione permette anche di gestire meglio eventuali difficoltà climatiche», prosegue Brunetti.

Un altro pilastro fondamentale del progetto è l’applicazione di tecniche agronomiche finalizzate al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità. I tecnici agronomi di Terre dell’Etruria collaborano quotidianamente con i soci, offrendo supporto nelle scelte colturali più efficaci: dalla selezione delle migliori varietà di grano duro, adattabili ai diversi areali toscani, fino alle tecniche di fertilizzazione. La raccolta del grano avviene nel mese di giugno, dopo una serie di controlli rigorosi effettuati in collaborazione col Ccpb (Consorzio per il controllo dei prodotti biologici), un organismo di certificazione internazionale riconosciuto dai vari Ministeri dell’Unione Europea e di molti Paesi extraeuropei.

Da grano a pasta

Il frumento raccolto viene poi stoccato in sili dedicati esclusivamente alla filiera La Tosca, dove viene sottoposto a ulteriori analisi per verificare che non vi siano contaminazioni, prima di essere inviato al Molino Borgioli di Calenzano. Qui viene trasformato in semola di qualità, pronta per essere lavorata dal pastificio, anche questo toscano, il Newlat di Sansepolcro. Sia nel molino che nel pastificio vengono ripetute le medesime analisi.

Ogni attore gioca un ruolo essenziale nel processo produttivo: dai cerealicoltori, agli agronomi, agli addetti ai centri di stoccaggio, fino ai mugnai e ai pastai. Conclude Brunetti: «Offrire una pasta che esprima appieno le caratteristiche e la tradizione di un territorio è un motivo di orgoglio per la cooperativa e per i suoi soci. Ogni confezione di La Tosca racchiude il lavoro e la dedizione di chi opera quotidianamente nella filiera cerealicola, incarnando il vero spirito della cooperazione».

Lo scrittore e poeta Wendell Berry sostiene che «mangiare è un atto agricolo». Scegliere La Tosca è un vero atto agricolo, a sostegno di una filiera locale e di persone custodi e innamorate della Toscana.

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