Squilli sgraditi: come difendersi

Tartassati dalle telefonate commerciali, ma difendersi non è semplice. Gli stratagemmi a cui stare attenti

Ora di pranzo. Il cellulare squilla insistentemente e sullo schermo appare un numero sconosciuto. Rispondiamo. Percepiamo un brontolio in sottofondo: «Salve, la contatto dal suo gestore elettrico…». Ecco una situazione comune a tanti cittadini, tartassati da raffiche di telefonate indesiderate. Secondo le associazioni dei consumatori, riceviamo in media 5 chiamate ogni settimana dai call center, centri specializzati nel telemarketing, la vendita di servizi a distanza.

I casi più diffusi riguardano telefonia, luce e gas, ma si arriva a filtri per il rubinetto, investimenti e false proposte di lavoro. Accanto alle società che seguono le norme, esiste una zona grigia di espedienti al limite della legalità, per far sottoscrivere contratti in modo ingannevole, anche con toni pressanti.

Come difendersi

Le armi per proteggersi sono però spuntate. Il Registro delle Opposizioni, il servizio pubblico che, iscrivendosi gratuitamente, promette di annullare tutti i consensi espressi in precedenza alle comunicazioni commerciali, funziona a metà.

«Una persona su due continua a ricevere telefonate malgrado abbia regolarmente aderito – spiega Laura Grandi, presidente di Federconsumatori Toscana -. Spesso i call center hanno sede all’estero, pertanto non sono soggetti alle normative italiane». Anche il Codice di condotta, varato dal Garante della Privacy, fatica a sortire buoni effetti, mentre il Parlamento discute su possibili soluzioni. Lo stesso Garante sul suo sito mette a disposizione un modulo per denunciare pratiche scorrette (garanteprivacy.it). E le segnalazioni fioccano.

La regola numero uno è non dare mai informazioni personali quando si è chiamati dai call center, dice Federconsumatori, tanto meno gli estremi dei contratti attivi (come il codice Pod riportato sulla bolletta della luce o il codice di migrazione della linea telefonica). Inoltre, evitare di rispondere in modo affermativo per non incappare nella “truffa del sì” e, se si firma l’adesione a una fornitura o il regolamento di carte fedeltà e concorsi, sottoscrivere solo i consensi obbligatori, non quelli per fini commerciali o cessione di dati a terzi.

I trucchi più comuni

Robocall
Una volta alzata la cornetta parte un messaggio registrato, che chiede di compiere qualche azione. Telefonate di questo tipo sono effettuate in contemporanea a migliaia di persone grazie a programmi di composizione automatica.

Telefonate mute o con rumore ambientale
I sistemi automatici effettuano allo stesso tempo più telefonate rispetto agli operatori disponibili: se nessun addetto è libero, chi è stato contattato non viene collegato all’interlocutore. Un trucco per ottimizzare i tempi di lavoro.

Spoofing
Grazie a particolari tecnologie, viene mascherata l’identità del chiamante e sullo schermo del cellulare compaiono numeri inesistenti o uguali a quelli dei centri di assistenza ufficiali. Uno stratagemma che rende inefficace l’aggiunta del contatto alla lista delle chiamate indesiderate (spam).

Truffa del sì
Gli operatori cercano di estorcere un “sì” agli utenti, ad esempio chiedendo: «È lei il signor Rossi?». Una volta registrata la risposta affermativa, l’audio viene montato ad arte per far sembrare che sia stato dato il consenso all’attivazione di una fornitura.

Falsi aumenti
Spacciandosi per la società di cui è cliente il consumatore, per un fantomatico ente nazionale o ancora per l’ufficio gestione pratiche, gli addetti comunicano errori in bolletta o improvvisi rincari. Balle per spingere a decisioni frettolose.

Guasto fasullo
Altre tecniche: inventare un malfunzionamento della centralina, problemi nell’attivazione di un’utenza o nel passaggio tra fornitori. Anche qui, l’obiettivo è persuadere le persone a stipulare un nuovo contratto. Meglio sentire da soli il proprio gestore per un controllo.

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