Guida pratica ai correntisti

Alcuni consigli: a cosa stare attenti e come proteggersi dagli aumenti delle spese? I consigli dell'avvocato Vincenzo Laudadio, di Adusbef

Cara banca, quanto ci costi? Fra dicembre 2023 e lo scorso luglio, dice un’indagine di Altroconsumo, le spese per il conto corrente sono cresciute fino al 22% in più. Allora come fronteggiare i rincari? In vista della giornata mondiale del risparmio del 31 ottobre, ecco una guida.

Come scegliere?
Bisogna distinguere tra il bollo statale da 34,20 euro, dovuto se la giacenza media annua supera i 5000 euro, e i costi del servizio applicati dalle banche. «È necessario non guardare soltanto alle condizioni economiche, ma confrontarle con le proprie abitudini: per cosa si usa il conto, quante operazioni si fanno e dove, online o allo sportello», dice l’avvocato Vincenzo Laudadio, componente del direttivo dell’associazione dei consumatori Adusbef. Il secondo passo è comparare le offerte, leggendo il Fid, documento informativo dove trovare gli oneri fissi e le commissioni variabili, che comprende l’Indicatore dei costi complessivi (Icc), tabella in cui è stimata la spesa annuale per 7 profili-tipo.

Di quale banca fidarsi?
I principali parametri sono l’indicatore di solidità patrimoniale Cet1 (rapporto fra il patrimonio della banca e le attività rischiose come i prestiti) e il tasso di copertura della liquidità Lcr, indice della capacità di coprire bisogni straordinari di denaro. «È essenziale però tenersi informati. I valori sono aggiornati annualmente, ma in ambito bancario e finanziario può cambiare molto in poco tempo», mette in guardia Laudadio. In ogni caso, se una banca è in difficoltà, in Italia scatta il meccanismo del Fondo interbancario: ai correntisti e a chi ha depositi è garantito il rimborso fino a 100.000 euro per ogni conto.

Esistono conti gratuiti?
Bonifici, addebiti delle bollette, bancomat, accredito di stipendio o pensione: per queste semplici operazioni esiste il conto di base, offerto da tutte le banche. Lo Stato stabilisce canone annuo, servizi e numero di operazioni incluse, inoltre è gratuito per chi ha un Isee sotto gli 11.600 euro o una pensione inferiore ai 18.000 euro lordi l’anno. Non prevede però scoperti, assegni, carte di credito, finanziamenti e depositi di titoli. Anche il conto esclusivamente online può offrire grandi risparmi, tuttavia non è per tutti: bisogna fare tutto da soli tramite i servizi bancari via internet, altrimenti i vantaggi svaniscono. Fatto sta che le filiali fisiche sono sempre meno. Secondo il report del sindacato First Cisl aggiornato al 30 giugno, 46mila toscani risiedono in Comuni privi di sportelli. «Questa desertificazione bancaria – osserva Laudadio – è un vero problema per chi ha poca dimestichezza con le nuove tecnologie».

Consigli per risparmiare
Primo: lasciare sul conto solo le somme per le spese correnti, poiché gli interessi sono bassissimi o inesistenti. E poi: scegliere l’estratto conto via mail, spesso a costo zero; domiciliare le bollette, se gratis; non andare in rosso per evitare interessi debitori; fare operazioni online per non sborsare allo sportello anche 5 volte di più. Sul fronte del prelievo dei contanti, meglio il bancomat della carta di credito, in filiali dove non sono applicate maggiorazioni. Infine controllare sempre l’estratto conto e le comunicazioni dell’istituto.

Come cambiare banca?
«Al netto dei bolli, la chiusura del conto è per legge gratuita. In molti ci segnalano però resistenze da parte delle banche e allungamenti dei tempi. E quando c’è di mezzo una successione è un vero e proprio calvario». È prevista pure la portabilità del conto per traslocare automaticamente dal vecchio al nuovo operatore saldo, addebiti e accrediti diretti, entro 12 giorni lavorativi. «Purtroppo non è così semplice – aggiunge Laudadio -: riscontriamo ritardi per il trasferimento delle domiciliazioni e dell’accredito di stipendio e pensione, quindi il consiglio è di occuparsi personalmente di questi spostamenti da un Iban all’altro». In caso di problemi è possibile inviare un esposto alla Banca d’Italia o rivolgersi alle associazioni dei consumatori.

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