Cinque domande sul cedro

Un agrume antichissimo che nasconde nella buccia tutte le sue virtù

Cos’è?

Della famiglia delle Rutaceae e dal nome scientifico Citrus medica, è ritenuta, insieme al pomelo e al mandarino, una delle tre specie di agrumi da cui derivano tutte le specie oggi coltivate. Conta un gran numero di varietà che si dividono in due categorie: una produce frutti a polpa dolce, l’altra a polpa acida.

Una menzione particolare va alla varietà etrog, o cedro giudaico, usato a scopo rituale durante la Festa delle Capanne (Sukkot), un’importante ricorrenza dell’ebraismo. Il suo nome deriva dalla volgarizzazione del latino citrus anche se, per altri studiosi, la parola citrus avrebbe origine da Citron, città della Giudea.

Da dove viene?

Sembrerebbe originario dell’antica Persia, l’attuale Iran, e giunto nell’area mediterranea in un periodo non certo, mentre in Italia si suppone intorno al III secolo a.C. Altre fonti indicano l’area di origine del cedro nell’India e nella Birmania.

Oggi è coltivato soprattutto nell’area mediterranea, in Medio Oriente, India e Indonesia, ma anche in Australia, Brasile e negli Usa. La maggiore produzione nazionale si trova in Calabria, lungo la famosa Riviera dei cedri, ma è coltivato anche in altre regioni del sud Italia, come Sicilia e Campania, dove spicca il cedro della costiera amalfitana.

Come si presenta?

Simile al limone, ma molto più grande, può raggiungere i 30 cm di lunghezza e i 2 chili di peso. Si differenzia dagli altri agrumi perché la vera sostanza sta nella scorza, molto spessa, anche alcuni centimetri, carnosa, aromatica e ricca di oli essenziali, impiegati nel campo della cosmesi: il colore va dal verde chiaro al giallino, nella fase matura, e può essere liscia o ruvida, a seconda delle varietà.

Il frutto è interamente edibile: la buccia costituisce il 70% dell’intero volume ed è la parte pregiata del frutto mentre la polpa è molto ridotta e non è particolarmente succosa.

Perché fa bene?

La sua buccia è una vera e propria fonte di sali minerali e vitamine, soprattutto quelle del gruppo C. È ricco di flavonoidi, in particolare di esperidina, e rientra, quindi, fra gli alimenti antiossidanti che contrastano gli effetti dannosi dei radicali liberi. Ha proprietà digestive, germicide, disinfettanti, stimolanti e lassative.

Aiuta a combattere la formazione di gas addominale, è un antipertensivo naturale e un ottimo alleato in caso di cistite, cellulite e disturbi renali. Se consumato fresco, ha pochissime calorie ed è perfetto per essere consumato nei regimi ipocalorici.

Come utilizzarlo?

È molto usato nell’industria alimentare, trasformato in creme, marmellate, liquori e canditi. La polpa può essere spremuta o pelata a vivo per consumarla in insalata mentre, in quantità elevate, serve come base per confetture.

Con la sua buccia possiamo aromatizzare dolci e biscotti, ma anche un risotto, un’insalata o il pesce, con cui si sposa benissimo. Grattugiato, si aggiunge al pangrattato per una panatura profumata. La parte bianca si può usare per fare marmellate o gustare in insalata, con sale, olio e un pizzico di pepe insieme a radicchio, cetrioli, carote o finocchi.

Iscriviti alla Newsletter

Le notizie della tua Cooperativa, una volta alla settimana. Guarda un esempio

Errore: Modulo di contatto non trovato.

Potrebbe interessarti