Cos’è?
È una delle più antiche e apprezzate specie di frutta secca: le sue prime testimonianze risalgono al Paleolitico, con reperti archeologici che ne attestano la presenza già nel 6760 a.C. nelle terre dell’attuale Giordania. Della sua pianta esistono molte varietà (Pistacia vera, terebinthus, atlantica, lentiscus), accomunate dalla capacità di adattarsi a climi aridi e terreni rocciosi, il che la rende un’alleata preziosa nel contrasto alla desertificazione. Proprio per la sua resilienza e il suo ruolo ambientale è oggetto di molti studi ed esiste anche una banca del germoplasma di Pistacia.
Da dove viene?
È originario dell’Asia Minore, un’area geografica che oggi comprende Iran, Palestina, Israele e parte della Turchia. Con le dominazioni arabe in Europa, il pistacchio fu portato anche in Sicilia, in Grecia e in altri Paesi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, è iniziata la coltivazione vera e propria anche in molti altri Paesi, primo fra tutti gli Stati Uniti, che è il maggior produttore seguito da Iran, Turchia e Siria. Oggi la sua coltivazione è diffusa anche nelle regioni dell’Africa del Nord, in Spagna, Messico, Australia e Nuova Zelanda. L’Italia spicca per quello di Bronte.
Dove in Italia?
In Italia la sua storia si lega profondamente alla Sicilia: è a Bronte, un paese alle pendici dell’Etna, che ha trovato il suo habitat ideale. Grazie al clima particolare e al terreno vulcanico ricco di minerali, il pistacchio di Bronte ha sviluppato caratteristiche peculiari, ottenendo il riconoscimento Dop, unico in Europa: è celebre in tutto il mondo, pur rappresentando solo l’1% della produzione mondiale di pistacchio che, annualmente, supera il milione e mezzo di tonnellate. Qualsiasi sia la provenienza, viene celebrato ovunque il 26 febbraio, “Giornata mondiale del pistacchio”.
Perché fa bene?
Usato nei secoli come ricostituente, è ricco di calcio, ferro, magnesio, fosforo e vitamine: grazie ai suoi grassi buoni, protegge il cuore, aiuta a mantenere la salute di pelle, occhi e capelli, a innalzare il colesterolo buono e ad abbassare quello cattivo. Grazie alle sue fibre, favorisce il senso di sazietà; ricco di proteine vegetali, fibre e antiossidanti, è perfetto per gli sportivi ed è considerato un afrodisiaco per eccellenza. Il suo olio è usato in cosmesi per le doti emollienti. Per il suo apporto calorico, la porzione giornaliera consigliata è di 30/40 grammi.
Come utilizzarlo?
È pregiato e, per il suo sapore aromatico e la sua consistenza delicata, è molto ricercato in pasticceria, gelateria e per arricchire vivande, quali carni e insaccati, fra cui spicca la mortadella. È un ingrediente perfetto per torte, creme spalmabili, gelati e non solo: potete usare il pesto di pistacchi per condire pasta, cous cous o cannelloni oppure usare la sua granella per preparare un filetto in crosta, che sia di tonno o di manzo. Fra le idee dolci, il tiramisù, i muffin e la cheesecake al pistacchio, originali varianti per portare in tavola l’oro verde del Mediterraneo.