Home Blog Letture in Circolo L’irlandese
L'irlandese

L’irlandese

Autore Jo Baker

Casa editrice Einaudi, 2017

Pagine 285

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Pistoia

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Parigi 1940. Mentre il pugno nazista si stringe intorno alla città, nella vita di un uomo di pensiero, scrittore semisconosciuto, irrompe l’azione. Negli anni della guerra, tra le file della Resistenza, l’uomo imparerà a formulare messaggi in codice e a maneggiare bombe a mano, sfuggirà di un soffio alla Gestapo e percorrerà centinaia di chilometri dentro scarpe logore accanto alla donna amata. Si meriterà perfino un nome di battaglia: L’Irlandese. Ne uscirà vivo e saprà trasformare tutto questo in arte. Ne uscirà grande. La storia lo ricorderà come Samuel Beckett.

La citazione degna di nota

Meglio Parigi in guerra che l’Irlanda in pace.

Le nostre riflessioni

Con questo romanzo biografico di Jo Baker il circolo ha avuto modo di apprezzare una penna che non conosceva. Attraverso una scrittura asciutta e cruda, che non scade mai in sentimentalismi, l’autrice è stata capace di delineare un personaggio così peculiare come Samuel Beckett. L’irlandese è, infatti, la storia del grande drammaturgo a partire dalla scelta di impegnarsi in prima persona nella Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale.

La Storia accompagna e plasma un uomo come tanti altri, schivo e restio, ma che poi diventerà grande. Quello di Beckett è un percorso irto di timori e titubanze, guidato dalla voglia di scrivere e dalla difficoltà di trovare le parole per farlo.

L’ingombrante personaggio di James Joyce, del quale è assistente, non aiuta e nemmeno la presenza tossica della madre, che si aspetta da lui un’opera, una creazione, e lo tartassa con la sua domanda: di quale utilità penseresti mai di essere tu? Forse è merito di quella domanda se abbandona precipitosamente l’Irlanda, un paese sicuro e in pace, e la quiete opprimente della sua casa per addentrarsi in un mondo insicurissimo, sempre più sull’orlo di un’altra guerra.

Beckett prende la decisione di trasferirsi a Parigi, e seguire così la compagna Suzanne, come faceva da bambino: buttandosi dal ramo molto alto di un albero ed è una decisione che gli cambierà la vita, permettendogli di evolvere come essere umano e scrittore – la metafora del salto ricorrerà spesso all’interno del romanzo

La contestualizzazione storica è molto accurata, il libro è ambientato in larga parte in Francia dove Beckett si reca, o meglio si precipita alle soglie della dichiarazione di guerra della Germania nazista alla Francia. L’introspezione del protagonista è forte, resa accurata e verosimile grazie alla grande documentazione consultata dall’autrice.

Jo Baker tratteggia un ritratto di Beckett molto introspettivo, a volte criptico, ma nell’insieme efficace. Lo stile pacato risulta aderente alla personalità di Beckett così come l’andamento del romanzo, all’inizio un po’ lento e respingente ma via via rapido e scorrevole come teso verso un obiettivo, quello di capire la propria utilità.

Il protagonista percorre e attraversa tutta la guerra, ne fa avvertire il disagio al lettore. In queste pagine non si resta indifferenti alla fame, alla sete, alla paura, al dolore, al freddo, anzi si partecipa alle privazioni di Beckett, lo si segue nel suo percorso come essere umano e, soprattutto, scrittore, che non smette mai di amare l’arte dentro di sé anche quando gli sembra di non avere uno scopo. Alla fine dopo aver vissuto e sofferto tanto, non riuscirà più a trattenere l’impulso potente a scrivere e raccontare; dopo la guerra passa a setaccio tutte le esperienze che ha vissuto per renderle arte e finalmente ci riesce. Alcune frasi hanno ricordato al circolo “Aspettando Godot” allo stadio embrionale e c’è chi ha riletto la pièce per comprendere meglio il personaggio.

È una lettura pregevole che però richiede una certa attenzione da parte del lettore, forse non adatta per tutti. Il romanzo è ben configurato all’interno della situazione storica. È una lettura lenta che tuttavia lascia delle tracce, occorre del tempo per fare sedimentare le pagine.

Lo consigliamo a...

A chi vuole indagare l’animo di un grande scrittore e drammaturgo del ‘900.

Le parole chiave del libro

Samuel Beckett

seconda guerra mondiale

romanzo biografico

Novecento