La prima volta del marchio

Dalle carte dell’archivio storico di Unicoop Firenze

Parlare di prodotti a marchio Coop è cosa normale per tutti noi. Siamo abituati a farlo perché essi sono diffusi da un tempo del quale abbiamo perso memoria. Ma se provassimo a rintracciarne l’origine, dove sarebbe necessario andare a cercare?

Oggi sappiamo che il lancio del primo prodotto a marchio risale a 70 anni fa. E tuttavia ciò non significa che tutto il mondo Coop, 70 anni fa, stesse condividendo questa innovazione e ne fosse consapevole. Più corretto dire che fosse diffusa a macchia di leopardo.

A testimoniare questo stato di cose provvede un vecchio verbale di Consiglio d’amministrazione, custodito nell’Archivio storico di Unicoop Firenze. Il documento appartiene alla sezione sulla cooperativa pratese di Santa Lucia, retta per un’intera epoca da una figura storica del movimento: Vasco Guarducci.

Cooperativa di Santa Lucia (PO). Assemblea dei soci, 6 marzo 1955

L’episodio avviene durante la seduta del 18 aprile 1959. Cioè in un momento nel quale i prodotti a marchio Coop, in alcune parti del Paese, sono già in circolazione. Si tratta di una seduta particolarmente importante, tanto che a essere presenti sono non soltanto i consiglieri della cooperativa, ma anche quelli delle “sezioni paesane” e il presidente della Federcoop, Mario Casari. C’è da discutere della “relazione morale” che il Consiglio presenterà durante l’assemblea generale dei soci, fissata per il 25 aprile in prima convocazione, con seconda convocazione il giorno successivo.

Dopo la lettura della relazione si apre un’interessante discussione sulle trasformazioni che il modello cooperativo affronta durante quegli anni; a quel punto interviene il consigliere Giorgio Zoppi. Questi, oltre a proporre il rafforzamento di una politica unitaria sugli acquisti, suggerisce che vengano lanciati sul mercato “dei prodotti col nome di Coop”.

Che indicazioni possiamo ricavare da questo aneddoto? Almeno due. La prima ci dice che ancora non vi fosse grande consapevolezza di una linea di prodotti a marchio Coop. Altrimenti il consigliere Zoppi non avrebbe posto la questione presentandola col crisma dell’idea originale. La seconda è che il lancio di una linea di prodotti con quel marchio fosse avvertito come un’esigenza dall’intero mondo Coop. Un auspicio lanciato da chi non aveva consapevolezza che già esistessero. Il che è l’ennesima testimonianza di cultura comune all’interno di una così vasta organizzazione.

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