Pigcasso e Mosha: la storia della maialina sudafricana che dipinge e dell’elefantina con la protesi

A raccontarcela è Christiana Ruggeri, giornalista Rai e scrittrice, che ha raccolto queste e altre storie in un libro per ragazzi edito da Giunti

Gli animali hanno sempre la capacità di sorprenderci. Lo sapevate, per esempio, che in Sudafrica vive una maialina che dipinge? I suoi quadri sono anche piuttosto interessanti – dicono i critici -, tanto che le quotazioni sono di tutto rispetto. Per chi ne volesse acquistare uno, è bene sapere che il costo si aggira intorno ai 2000 dollari.

Un’opera in particolare, Wild and Free, è stata venduta a 27.000 dollari! Il ricavato va a sostenere la riserva dove è ospitata insieme ad altri animali da reddito scampati a una brutta sorte. La loro salvatrice si chiama Joanne e solo per caso ha notato e, successivamente coltivato, le attitudini della maialina, poi battezzata Pigcasso. Lavorano a quattro mani in un vecchio granaio, ogni opera è certificata e siglata da una firma fatta con il naso. Dopo il Sudafrica le opere sono state esposte, con successo, anche in Olanda, Belgio e Inghilterra.

Christiana Ruggeri ha raccolto questa e altre storie in un libro rivolto ai ragazzi, Animali straordinari, un mondo nascosto di capacità sorprendenti (ed. Giunti), illustrato da Marco Bonatti. Il testo è molto interessante perché, con un tono leggero, ci spinge a ripensare il nostro rapporto con la natura: «Studiare gli animali e capire i loro comportamenti – spiega l’autrice – ci aiuta a comprendere meglio l’essere umano e pone le basi per una cultura di convivenza etica e civile. Le persone vanno responsabilizzate al rispetto dell’alterità animale, sia gli adulti che i bambini. Questa presa di consapevolezza potrebbe cambiare il destino del mondo».

Anche nella Costituzione

Gli animali, infatti, con i loro comportamenti, ci dicono tante cose: sappiamo che sono degli indicatori biologici naturali, che ci mostrano gli errori che abbiamo fatto con l’urbanizzazione e l’inquinamento. «A scuola bisognerebbe introdurre lo studio dell’etologia, dell’educazione ambientale e civica – prosegue Ruggeri -. Se i bambini fossero educati al rispetto, sicuramente avremmo meno casi di bullismo e di crudeltà nei confronti degli animali ma non solo, visto che la violenza verso le altre specie può essere l’anticamera della violenza nei confronti del prossimo».

Christiana Ruggeri, giornalista Rai e scrittrice, con questo libro conferma il suo impegno a tutto tondo riguardo alle questioni ambientali. «Io credo nelle nuove generazioni – afferma l’autrice – e importanti passi avanti sono stati fatti. Basti pensare che grazie all’impegno civico di migliaia di persone, siamo riusciti a cambiare la Costituzione, e anche gli animali adesso vi vengono ricordati perché, insieme agli ecosistemi, sono riconosciuti come fondamentali nell’interesse delle future generazioni».

Mosha: l’elefantina con la protesi

Un racconto che ci riporta alla triste attualità riguarda l’elefantina Mosha. Nel 2005, a soli 7 mesi, mentre passeggia in compagnia della sua mamma in una riserva in Thailandia, salta su una mina antiuomo. La ferita è grave, tanto che perde una zampa. Per fortuna poco distante esiste una clinica specializzata in pachidermi che conosce bene il problema, visto che lo stesso destino, prima di lei, è capitato ad altri animali. Mosha non può tornare libera in natura, non sarebbe in grado di sopravvivere con una menomazione così importante. La sua sorte si incrocia con quella del chirurgo ortopedico Therdchai Jivacate, esperto di arti umani, che inventa per lei la prima protesi per elefanti nella storia. Ora Mosha sgambetta felice, cambierà protesi ogni due anni, fino alla maturità intorno ai 20 anni, per adattarle al suo corpo che cresce.

«Le mine infestano 16 province su 77 e incidenti simili si ripetono, come sappiamo, anche a danno di bambini. Se questa è una storia a lieto fine – conclude la giornalista -, ci ricorda anche che l’assurdità della guerra non guarda in faccia nessuno e lascia dietro di sé una scia di vittime innocenti».

In altri Paesi, spiegano gli scienziati, non ci sarebbe stata speranza per un’elefantessa come Mosha. Ma non in Thailandia, dove per la popolazione, in maggioranza buddista, l’elefante è sacro. In fondo è la compassione che salva il mondo…

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