La Toscana che resiste

Povertà, disagio giovanile, disabilità: la risposta del volontariato e di Unicoop Firenze alla crisi dovuta alla pandemia

I numeri quotidiani della pandemia raccontano ogni giorno contagi e decessi, ma da soli non ci dicono nulla su quanto e come siano cambiati l’equilibrio socio-economico e il volto della quotidianità sotto casa. Eppure i dati raccolti dalla Regione Toscana e contenuti nel Rapporto sulle povertà in Toscana riportano una crescita del disagio con oltre 171.000 toscani, corrispondenti a quasi 82.000 famiglie, che si trovano in povertà assoluta dopo la pandemia (+0,3% rispetto al pre-Covid 19) e un aumento dei minori a rischio di esclusione, che sono quasi 26.000.

Oltre i numeri, però, la pandemia ci parla anche di valori e in particolare di solidarietà. Quella solidarietà che ha donato tranquillità ad esempio a una mamma, ricoverata per Covid, i cui figli piccoli sono stati accuditi grazie ai servizi sociali e a un esercito di volontari; la stessa solidarietà che ha continuato a dare accoglienza, ascolto e una mensa in cui ritrovarsi prima di fare i compiti ai bambini e ragazzi di Villa Lorenzi a Firenze. Nel buio della pandemia, brillano l’aumento delle donazioni alla Caritas da parte di imprese e cittadini e l’arrivo di tremila nuovi volontari nelle associazioni dell’Anpas. Brilla anche la collaborazione fra mondo del volontariato e imprese, come Unicoop Firenze che ha messo a disposizione della solidarietà toscana oltre 2 milioni di euro.

Geografia del cambiamento

La crisi dovuta alla pandemia è globale, dai mille volti e dal doppio risvolto, economico e sociale, come emerge dal racconto di don Emanuele Morelli, direttore della Caritas diocesana di Pisa: «La povertà è aumentata per tutti, ma ci sono delle fasce della popolazione che sono state più toccate rispetto ad altre: penso ad esempio ai non tutelati, a chi aveva un lavoro precario o a nero. Si sente dire spesso che il virus è democratico perché colpisce tutti allo stesso modo, ma le ricadute sociali ed economiche non sono uguali per tutti, perché toccano prima e maggiormente proprio chi è più fragile».

L’area del bisogno riguarda soprattutto le richieste di cibo e sostegno economico, ma il perdurare della crisi ha toccato nuove fasce di popolazione e aggiunto nuove necessità. «In questa seconda fase – spiega don Morelli -, sono emerse con forza le richieste di integrazione di affitti e utenze di chi prima, seppur con qualche difficoltà, ce la faceva e adesso non più. Continuiamo a dare l’aiuto alimentare, ma stiamo studiando anche nuovi strumenti, come contributi e prestiti di solidarietà, che si rivolgono non solo alle famiglie, ma anche alle piccole imprese, per aiutarle a superare questo periodo di stallo e a guardare avanti».

«Mediamente le richieste di aiuto economico sono raddoppiate: i numeri variano da zona a zona, ma indubbiamente oggi l’area del bisogno è molto più vasta» spiega Gianluca Staderini, direttore generale della Federazione Regionale delle Misericordie, che è stata partner di Unicoop Firenze insieme ad altre associazioni di volontariato nel progetto solidale della Spesa Sospesa, che durante il lockdown di primavera ha donato quel che serviva a chi ne aveva bisogno e non poteva permettersi neppure di pagare la spesa.

Una forza, quella del volontariato, che si moltiplica quando fa rete con tutti gli attori del territorio, come afferma Dimitri Bettini, presidente di Anpas Toscana: «Oltre ad avere aggravato le condizioni economiche di molte famiglie, la pandemia ha evidenziato come, oltre alla sanità, il volontariato sia un elemento fondante per la tenuta della regione. In Toscana, il volontariato e il mondo cooperativo hanno dato risposta a bisogni primari, come la consegna a domicilio di pacchi alimentari, farmaci e generi di prima necessità per le persone in difficoltà. Un impegno importante che abbiamo affiancato a quello sulle ambulanze, alle funzioni di protezione civile e all’attività ordinaria».

Foto Pasquini

Volontariato e impresa

E se il presente è ancora critico, l’esperienza della pandemia ha fatto emergere strategie e relazioni con cui ripensare il futuro: «La collaborazione con Unicoop Firenze per sostenere le famiglie in difficoltà – spiega Dimitri Bettini – è stato un altro segno importante del modello toscano. La distribuzione alimentare ha giocato un ruolo di primo piano nel momento in cui il Paese si è trovato chiuso in casa. Una forma di mutualismo che ha fatto la differenza. La collaborazione stretta fra il volontariato della nostra regione e Unicoop Firenze è stata fondamentale per supportare le fasce deboli e più colpite dalla pandemia».

Relazioni e impegno per il territorio che sono nati ben prima della pandemia, come precisa don Morelli: «Quello con Unicoop Firenze è un rapporto consolidato, che ci ha permesso di far tesoro dell’esperienza di anni e che funziona anche grazie alla capillarità delle sezioni soci e al legame con le persone con cui collaboriamo costantemente: c’è una visione comune e in momenti di emergenza sicuramente le “relazioni corte” aiutano».

Un impegno comune, quello fra impresa e volontariato, che continua nel presente con uno sguardo al futuro: «Il contributo di Unicoop Firenze è assolutamente prezioso e ci ha permesso di strutturare in modo mirato i nostri servizi sul fronte delle necessità alimentari e di supportare molte persone in difficoltà – prosegue don Morelli -. È un modello di collaborazione fra impresa e volontariato a cui ispirarsi, un esempio operativo di come, oggi e domani, mondi diversi possono convergere in vista di un fine superiore».

Foto Pasquini

Solitudine, emarginazione e bisogni educativi

Fra le criticità più forti, però, emerge anche quella della solitudine, una vera malattia sociale che colpisce in particolare gli anziani. «Per questo abbiamo attivato dei servizi di compagnia attiva con telefonate quotidiane alle persone in condizione di solitudine assoluta. È un filo sottile di relazioni che, per alcuni, è l’unico contatto con il mondo esterno» aggiunge Staderini.

Oltre ad aggravare la solitudine, la pandemia ha cancellato anche le prospettive di integrazione che nascono da associazioni come I ragazzi di Sipario, che si occupa di giovani con disabilità intellettiva: «La pandemia ha tagliato i ponti delle relazioni – spiega il presidente Marco Martelli Calvelli -, quelle che rendono la società non solo un aggregato di persone ma una comunità. Ai nostri ragazzi manca il contatto, l’incontro che potevano sviluppare anche attraverso la gestione del caffè-ristorante. L’autonomia e la crescita passano per la relazione con il mondo esterno: senza quello, il mondo dei ragazzi di Sipario è un vicolo cieco. L’obiettivo principale della nostra attività di ristorazione non è fare incasso, ma far vivere ai ragazzi un percorso di integrazione. Purtroppo, ci stiamo tutti abituando a vivere senza gli altri: questo è il cambiamento più drammatico ma, speriamo, un giorno reversibile».

La pandemia ha fatto emergere tanti tipi di bisogni, fra cui senza dubbio quello educativo, una sfida a cui Villa Lorenzi ha continuato a dare risposta, come spiega la presidente Zaira Conti: «In questa sfida abbiamo avuto accanto Unicoop Firenze, che a settembre ha organizzato una raccolta di materiali scolastici: un’iniziativa che ha permesso di rispondere alla necessità di quaderni, penne, astucci e zaini che avrebbe ancor di più appesantito la situazione di tante famiglie in difficoltà economiche. È stato un aiuto materiale e una spinta morale, perché ci ha fatto sentire che non siamo soli e che i nostri ragazzi non sono dimenticati».

I ragazzi di Villa Lorenzi, infatti, «hanno bisogni educativi in senso lato: c’è chi non sa comportarsi con gli altri, però stando insieme tutto si impara, per questo è stato importante per noi riprendere le attività, anche la mensa. Ad oggi, tutti distanziati, abbiamo 40 bambini che mangiano da noi prima di mettersi a fare i compiti». Compiti che sono importanti, cibo per la mente per bambini e ragazzi che vedono nell’istruzione una sorta di “riscatto sociale”, una via d’uscita dalle situazioni di difficoltà che hanno vissuto finora e che la pandemia ha accentuato.

L’impegno di Unicoop Firenze: 2 milioni e duecentomila euro per la solidarietà in Toscana

Dalla Spesa Sospesa a Nessuno Indietro, dalle raccolte alimentari e per l scuola ai buoni spesa: Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, nel 2020 ha messo in campo oltre 2,2 milioni di euro per contrastare le disuguaglianze e contribuire a ridurre povertà e disagio. Solo con il bando “Nessuno Indietro” la cooperativa ha sostenuto 121 progetti di altrettante associazioni, dando così risposte puntuali alle richieste del territorio.

Per il presidente Anci Toscana, Matteo Biffoni «la Toscana nella fase della pandemia è stata messa fortemente sotto stress, come tutto il Paese: in un primo momento l’attenzione è stata catalizzata dall’emergenza sanitaria, poi sono subentrate le richieste sul futuro che ci attende, soprattutto a livello economico, dai posti di lavoro mancanti alle difficoltà delle famiglie. C’è tutto un sistema di fragilità che rischia di subire in modo esponenziale i danni di questa situazione straordinaria dettata dal Covid 19. In questo contesto Unicoop Firenze ha preso consapevolezza immediatamente dei problemi ed è intervenuta non solo a livello economico, ma anche operativo, con un lavoro che ha unito soci e volontari. Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo vissuto l’incrocio virtuoso fra il mondo del volontariato, fortissimo in Toscana, le migliaia di soci e cittadini che hanno donato per le diverse iniziative solidali e l’impegno della cooperativa».

Gli interventi di Unicoop Firenze sono stati declinati sui temi della povertà, della disabilità, del disagio giovanile e della violenza di genere. 

Nessuno indietro…alcuni dei progetti finanziati

Fucecchio (Fi)
Sicuri sul web – Il progetto della Fondazione I care onlus, finanziato nell’ambito di Nessuno Indietro, mira a favorire la consapevolezza degli studenti sui potenziali rischi legati all’utilizzo improprio del web. Il progetto prevede un laboratorio con i ragazzi perché possano diventare utilizzatori creativi e consapevoli delle nuove tecnologie e un percorso con i genitori su rischi e opportunità di essere pre-adolescenti e adolescenti nell’era digitale.

Siena
Sorridere con la mascherina
Riuscita Sociale si impegna, grazie al progetto sostenuto da Unicoop Firenze con il bando Nessuno Indietro, a far passare “un sorriso attraverso la mascherina”. I dispositivi individuali di sicurezza non sono semplici da accettare per nessuno, così gli educatori di Riuscita Sociale hanno invitato i ragazzi in inserimento socio-terapeutico a disegnare e colorare mascherine speciali con lo scopo di avvicinarli in maniera graduale all’uso del dispositivo.

Montevarchi (AR)
Un pasto per tutti
Un aiuto a quattro ruote per chi soffre la povertà alimentare arriva a Montevarchi, grazie a Nessuno Indietro. Unicoop Firenze infatti sostiene le spese per l’acquisto di un mezzo di trasporto refrigerante per la mensa sociale organizzata da Qoelet. La mensa sociale si rivolge ai soggetti più fragili del territorio e grazie alla novità del mezzo attrezzato per il trasferimento del cibo potrà raggiungere un numero sempre maggiore di persone e realtà.

Agliana (PT)
Per stare insieme
Uscire e socializzare, divertirsi stando insieme. Difficile per tutti in tempi di pandemia, ma ancora di più per i ragazzi seguiti ad Agliana dall’associazione Gianluca Melani, che si propone, in memoria del giovane scomparso nel 2006 e grazie anche al sostegno di Unicoop Firenze e della campagna Nessuno Indietro, di organizzare e realizzare attività ludiche e ricreative per i giovani con altre abilità.

( articolo a cura di Sara Barbanera e Serena Wiedenstritt)

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