Boschi didattici in 48 scuole toscane grazie a Unicoop Firenze

Compie tre anni il progetto dei boschi didattici realizzati da Unicoop Firenze nelle scuole primarie toscane. In tutto millecinquecento piante forestali messe a dimora, un totale di 1200 mq di bosco, 280 classi e oltre 6000 bambini attivi nel progetto

«Chi pianta un albero, pianta una speranza»: con questo auspicio compie tre anni il progetto dei boschi didattici realizzati da Unicoop Firenze nelle scuole primarie toscane. Tappa dopo tappa, dal 2021 ad oggi, sono ben 48 gli istituti scolastici coinvolti in sette province dove, in collaborazione con le amministrazioni comunali e le sezioni soci, Unicoop Firenze ha piantato una piccola e preziosa famiglia vegetale nei giardini delle scuole: circa venti specie fra alberi di prima grandezza e piante da frutto, ma anche erbe medicinali e ortaggi, di cui bambini e insegnanti si prendono cura scoprendo, giorno dopo giorno, cos’è un bosco, come cresce e cosa fare per proteggerlo.

Regole di natura e di comunità

Millecinquecento piante forestali messe a dimora, un totale di 1200 mq di bosco, 280 classi e oltre 6000 bambini attivi nel progetto. Numeri importanti per l’ambiente e per i più piccoli che, grazie al bosco, imparano le regole di natura e di comunità, come racconta Dario Boldrini, architetto paesaggista, curatore dei boschi didattici: «Il bosco è un luogo reale, dove i bambini fanno esperienze sensoriali, ma anche un luogo ideale, una nuova tipologia di compagni viventi intorno ai quali ogni classe costruisce il suo immaginario.

Il progetto permette ai più piccoli di imparare come una pianta respira, comunica e sente, ma anche come le piante interagiscono fra loro, si adattano e si spalleggiano. Seguire la crescita di un bosco è una lezione di cooperazione che coinvolge i bambini e, spesso, li sorprende».

Tante le attività che gli alunni via via sviluppano intorno al bosco ma, per tutti, valgono alcune regole su cui si basa il progetto, spiega Boldrini: «Lezione numero uno: rispettare il bosco nella sua crescita naturale. Per tutto il primo anno il compito principale degli alunni è limitarsi a salvaguardarlo e osservare cosa fa, come cambia nelle quattro stagioni e come procede il suo sviluppo selvaggio.

Altra regola fondamentale: il bosco è sempre attivo, anche quando sembra dormiente, come è a gennaio. Da qui i bambini imparano che nel bosco tutto è vivo, a partire dalla terra con cui spesso non hanno confidenza, e invece via via ne scoprono la ricchezza, come nutrimento che origina la vita».

Da cosa nasce cosa

Nei tre anni il progetto dei boschi didattici ha riforestato a piccoli tasselli delle porzioni di città: alcune scuole hanno scelto di potare il bosco, altre lo hanno lasciato in versione selvaggia, altre hanno scavato una galleria fra gli arbusti per poterlo attraversare.

Tante esperienze e testimonianze, fra le quali quella della primaria Rossi di Ponte alla Pergola, a Pistoia, come racconta Donatella Meacci, una delle docenti coinvolte nel progetto: «Dal 2022, quando il progetto ha preso il via, i bambini hanno seguito con curiosità la crescita del bosco, toccando con mano la biodiversità di cui sentono tanto parlare, ma di cui raramente fanno esperienza. Dopo oltre un anno, i bambini chiamano per nome tutte le piante e ne coccolano la crescita: il bosco è un compagno che vive e cresce con loro».

Ogni scuola ha la sua storia da raccontare e, proprio per mettere in comune le esperienze, è nata l’idea di una comunità dove le scuole si incontrano on line per condividere informazioni, foto, buone pratiche.

Dopo il primo appuntamento dello scorso dicembre, il 23 gennaio ci sarà il prossimo, dedicato alle gemme e alla tempra delle piante.

Per le scuole

Sono aperte le candidature per aderire al progetto del bosco didattico nell’anno scolastico 2024-2025. Per informazioni scrivere a informa@coopfirenze.it

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