Cambiamento climatico: le fake news da smascherare

La verità dietro alle false notizie su clima e ambiente

Sono passati quasi trent’anni dalla pubblicazione del rapporto con cui l’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, massima autorità mondiale in materia di clima, ha portato alla luce, con chiarezza, i dati sul riscaldamento globale e sull’effetto dell’azione umana.

Nonostante le evidenze scientifiche, le bufale sull’ambiente sono all’ordine del giorno e rimbalzano, amplificate da web e social, mettendo a rischio l’adozione di misure efficaci per salvare il nostro pianeta. Per smascherare alcune delle principali fake news, abbiamo chiesto il contributo di Francesco Lojacono, direttore di “La nuova ecologia”, mensile a cura di Legambiente.

Il cambiamento climatico non è causato dall’uomo: il clima cambia, di continuo, da sempre – FALSO

«Nei 4,5 miliardi di anni di storia della Terra il clima è cambiato più volte per fenomeni naturali, ma con variazioni avvenute in migliaia di anni prima di produrre cambiamenti climatici sensibili. Invece, adesso, l’aumento della temperatura e della concentrazione di gas serra in atmosfera sono incrementati moltissimo negli ultimi 50 anni e, più in generale, dall’inizio del secolo scorso. A seguito di numerosi studi, la comunità scientifica è praticamente concorde nell’affermare non solo che la crisi climatica esiste, ma anche che l’uomo ne è il principale responsabile».

Non esiste un rischio siccità e desertificazione: lo dimostrano le alluvioni – FALSO

«Siccità e alluvioni sono due facce della stessa medaglia: la crisi climatica. I prolungati periodi di siccità rendono i terreni così secchi da impedire l’infiltrazione dell’acqua, che invece scivola velocemente sulle superfici provocando le alluvioni. Anche la desertificazione, spesso causata da attività umane come la deforestazione, è responsabile di una minore capacità drenante del suolo».

Macché perdita di biodiversità: le nostre città sono invase da animali selvatici – FALSO

«Gli animali selvatici si avvicinano alle nostre città dove trovano cibo con più facilità che in natura: la dispersione di rifiuti, anche alimentari, nell’ambiente, è un fenomeno da contrastare anche per questo motivo. L’Ipbes, la massima autorità scientifica al mondo su natura e biodiversità, dice che circa un milione di specie, su quattro milioni conosciute, è a rischio d’estinzione».

Ricaricare le auto elettriche costa molto – FALSO

«La maggior parte delle 187.455 auto elettriche circolanti in Italia (dato al 30 aprile 2023) è ricaricata in garage o in azienda, a meno della metà del costo della benzina. Chi usa l’auto elettrica sa che raramente fa il “pieno” in viaggio. I motori e i servizi di trasporto elettrici sono molto più efficienti: già oggi il trasporto ferroviario, con appena l’1,5% dei consumi energetici, muove il 6,7% dei passeggeri e il 15% delle merci. Con più treni e appena 6 milioni di auto elettriche (su 40 milioni), 100mila camion e 10mila autobus potremo ridurre i consumi petroliferi del 22%».

Non ci possiamo permettere la transizione ecologica – FALSO

«I costi ambientali e sociali della crisi climatica sono già altissimi, per questo bisogna “investire” nella transizione ecologica. Solo per riparare i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana nel 2023 l’Italia ha previsto una spesa di 11 miliardi di euro. Una ricerca Mup Research e Norstat ha evidenziato come, solo nell’ultimo anno, circa 5 milioni di italiani abbiano subito danni alla propria abitazione causati da maltempo o calamità naturali. Senza contare la perdita di vite umane causata da ondate di calore e alluvioni: in Italia gli eventi estremi nel 2023 sono stati 378, segnando +22% rispetto al 2022, con la morte di 31 persone».

Differenziare i rifiuti non serve: alla fine va tutto insieme – Falso

«La raccolta differenziata destina i rifiuti ad impianti per il recupero ed il riciclo: i materiali di scarto diventano materia prima seconda e consentono al nostro Paese, storicamente povero di materie prime, di ridurre le importazioni di materiali utili alle nostre produzioni. Casi isolati di mala gestione della filiera dei rifiuti sono da stigmatizzare e già perseguiti dalle forze dell’ordine».

L’autunno- inverno 2023-24 è stato il più caldo dal 1955. Lo diconno gli esperti
del Lamma che hanno registrato +2,2°C di media.

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