
Trama
Marek e Aleya, due vite opposte eppure unite da un grande sogno: costruire un futuro migliore in Italia. Marek arriva da Cracovia, è un giovane educato e pronto a fare qualsiasi lavoro nonostante abbia un diploma tra le mani. Vede nell’Italia un paese in cui potrà trovare un lavoro sicuro, ma non sa ancora cosa significhi il lavoro nei campi, né immagina lo sfruttamento estremo, i traffici illegali. Aleya ha avuto una vita difficile nel suo villaggio nigeriano, donna fragile e troppo bella per passare inosservata. La sua vita si alterna tra bordelli di lusso e la strada.
Ma, nonostante il dolore e le umiliazioni, per Marek e Aleya c’è ancora speranza, il loro incontro cambierà molte cose.

I personaggi
I soli personaggi positivi sono i due protagonisti che riescono a trovare il coraggio di dare una nuova possibilità alle loro vite e il prete che aiuta Marek a trovare lavoro.

La citazione degna di nota
Non voleva smettere di sognare, anche se in certi momenti era difficile credere nelle favole.
Si aspettava una punizione terribile. Sperò tanto che la uccidessero subito, in fondo era quel che voleva. Invece la portarono in una stanza dove si lavavano, la misero nuda contro una parete e la innaffiarono, prima con una canna e poi con secchiate di acqua
gelida. Le sembrò di affogare, ma non era affatto come se l’era immaginato nel suo verde mare, la dolce morte liquida che sognava tutte le notti. Poi due bianchi grandi e grossi bagnarono bene degli asciugamani e li arrotolarono. Presero a picchiarla selvaggiamente, sempre in quel modo diabolico per cui non le restavano i segni. (pag.93)
«Andiamo a Roma e ci fermiamo a dormire da qualche parte. La mattina presto partiamo per Firenze.»
«Perché non subito?»
«In una città che non si conosce è meglio arrivare presto.»
«Mi sembra un sogno…»
«Non è un sogno. Aleya. Troveremo un buon lavoro e vivremo felici, te lo giuro.» (pag.136)

Le nostre riflessioni
Le tematiche centrali di questo breve romanzo, scritto a quattro mani da Leonardo Gori e Marco Vichi, sono l’immigrazione, lo sfruttamento, la violenza e la corruzione, raccontati in modo molto attuale.
Due sono i protagonisti e due i punti di vista. Marek, un immigrato polacco che nel suo paese si arrangiava facendo ora il manovale, ora il falegname, ora il camionista, ma che ha un grande sogno: venire in Italia per costruirsi un futuro migliore attraverso un lavoro sicuro. Dopo un lungo e scomodo viaggio via autobus, raggiunge finalmente la meta, solo che il sogno non è affatto facile da realizzare e il lavoro è intriso di caporalato.
E poi c’è Aleya, una ragazza nigeriana, che non sogna più da molto tempo, anzi a malapena sopravvive, strozzata dalle maglie della prostituzione. Non è più una persona, è soltanto un corpo abusato, picchiato. Aleya pensa spesso al suicidio come a una liberazione dalla sua personale schiavitù.
Il punto di svolta è il loro incontro casuale che riaccende la fiammella di una speranza a cui nessuno dei due credeva più. L’amore farà rinascere la voglia di riscatto, il desiderio di creare una vita autonoma al di là dello sfruttamento.
Gori e Vichi raccontano in modo crudo e forte il senso di profonda ingiustizia dei sogni infranti dalla violenza e dalla prevaricazione. Entrambi i personaggi credevano che l’Italia fosse la Terra promessa, erano partiti con valigie colme di fiducia, ma come una doccia fredda è arrivata la disillusione. Nonostante tutto, da schiavi, Marek e Aleya trovano il modo di riscattarsi e le loro vicende molto verosimili vogliono essere un messaggio positivo.
Le tematiche sono assai attuali, la lettura molto intensa, a volte anche angosciosa, ma adatta anche ai più giovani perché estremamente reale. “Vite rubate” non può non far riflettere, anzi pone delle domande scomode sulla nostra società. È lo spaccato di due realtà assai diverse, che forse non si amalgamano alla perfezione, il circolo si immaginava una scrittura diversa.

Lo consigliamo a...
A chi cerca una storia con due voci ben distinte.

Le parole chiave del libro
Immigrazione
sfruttamento
caporalato
rinascita