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Quer pasticciaccio brutto di via Merulana

Quer pasticciaccio brutto di via Merulana

Autore Carlo Emilio Gadda

Casa editrice Adelphi, 2018

Pagine 380

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Sesto Fiorentino - Calenzano

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Francesco Ingravallo, detto “Don Ciccio”, commissario della Squadra Mobile di Roma, viene incaricato di indagare su una rapina ai danni della contessa Teresa Menegazzi, la quale è stata aggredita e derubata dei suoi gioielli. La rapina è avvenuta al terzo piano di un palazzo signorile al civico 219 di via Merulana, a pochi passi dal Colosseo.

Il commissario Ingravallo conosce bene quello stabile da quando frequenta la casa di Remo Balducci e di sua moglie Liliana, una signora ancora giovane e bella, afflitta da un frustrato desiderio di maternità. Trascorsi pochi giorni dal fatto Ingravallo viene informato dell’omicidio di Liliana, la quale è stata trovata sgozzata in casa sua dal cugino Giuliano Valdarena, che era andato a trovarla prima di trasferirsi a Genova.

Liliana era da sola al momento dell’omicidio, perché il marito Remo era fuori per lavoro. Chi ha ucciso Liliana Balducci? E chi ha compiuto la rapina nell’appartamento di fronte, a casa della contessa Menegazzi? Per il commissario Ingravallo inizia un’indagine difficile e contorta, un pasticcio senza soluzione.

La citazione degna di nota

Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo. Ma il termine giuridico «le causali, la causale» gli sfuggiva preferentemente di bocca: quasi contro sua voglia.

Le nostre riflessioni

Il “pasticciaccio brutto” è evidentemente un fattaccio, lo scioglimento degli intrighi e dei retroscena che si accumulano sulla pagina non porta a nessuna conclusione, a nessuna rivelazione di verità, ma veniamo catturati dal complesso mosaico di immagini, digressioni e salti linguistici in cui abbondano figure ridondanti, neologismi, dialettalismi e regionalismi; e dalla cornice del romanzo che è quella della Roma dei salotti e quella delle strade, della gente comune, colorata, rumorosa: una miriade di personaggi che lottano per emergere o per sopravvivere.

Umanità varia a cui Gadda dà voce utilizzando un miscuglio di vari dialetti italiani, il romano che la fa da padrone ma anche il molisano, il napoletano, il veneto… e lunghe riflessioni sull’animo umano e sulla società italiana ai tempi del fascismo, tradotte in un linguaggio forbito e desueto, che passano in esame vizi e virtù, soprattutto vizi, dell’Italia e degli italiani di quegli anni, o forse di qualunque epoca.

Le parole chiave del libro

Omicidio

mistero

Roma

Fascismo

Italia

dialetti

indagini