

Trama
Nel gennaio del 1993 Jean-Claude Romand uccide la moglie, i figli e i genitori, poi tenta di suicidarsi, ma invano. L’inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient’altro. Da diciott’anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare.
È stato condannato all’ergastolo. Carrère entra in contatto con l’assassino e assiste al processo, racconta con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. L’autore immagina cosa passasse per la testa di quell’uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un’autostrada o nei boschi del Giura.


La citazione degna di nota
Credo di non aver mai provato in vita mia un malessere fisico e morale così violento, e malessere è un termine troppo blando, sentivo crescere dentro di me, dilagare, pronto a sommergermi, l’indicibile panico dei vivi. Dopo diverse ore, di colpo, è finito tutto. Ogni cosa è diventata fluida e libera, e io mi sono reso conto che stavo piangendo a grandi lacrime calde, lacrime di gioia. Mai avevo provato un malessere simile, mai ho provato un simile senso di liberazione. Per un attimo sono rimasto senza capire, immerso in quella specie di estasi amniotica.


Le nostre riflessioni
Il romanzo inchiesta di Carrère ci ha molto colpito, la magistralità dell’autore sta nel immergersi nella storia personale dell’assassino, analizzando ogni momento della sua vita dall’infanzia all’età adulta, intervistando amici e conoscenti, intavolando con Roman anche un rapporto epistolare. Tutto nella vita di Roman viene analizzato da Carrère per cercare di capire l’origine del male che lo ha condotto a quel gesto estremo.
La bravura di Carrère è quella di non esprimere mai un giudizio, ma di mantenere un tono giornalistico molto alto, riportando i fatti e le opinioni degli altri, ma mai la sua. La scrittura è garbata, rendendo il romanzo molto appassionante ma anche molto angosciante.
L’indagine di Carrère è durata circa una decina di anni, come se l’autore volesse comprendere le ragioni più intime dell’omicida , e si crea una sorta di tira e molla tra l’attrazione che prova Carrère ma anche la sua paura quando si avvicina troppo alla verità dell’assassino.


Lo consigliamo a...
A chi ama le indagini giornalistiche.


Le parole chiave del libro
Omicidio
tribunale
tragedia
incredulità