L’anno capovolto

In una splendida villetta affacciata sul mare un gruppo di amici si prepara a festeggiare un anno che va e uno che viene; amici che si ritrovano per gettarsi alle spalle le ansie dei trecentosessantacinque giorni trascorsi, che hanno qualcosa da nascondere e qualcosa da confessare.

Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero: c’è chi si sente un fallito, chi cerca conforto nello studio degli astri, chi trama per diventare ricco, chi si illude che la propria vita sia perfetta, chi con cinismo risponde a ogni difficoltà, chi vuole far credere che il suo disprezzo verso tutti sia solo un modo scherzoso per sdrammatizzare la propria inadeguatezza…solo l’arrivo della mezzanotte del nuovo anno metterà tutti d’accordo.

L’autore rivela un punto di vista aspramente critico e sconsolato verso i rapporti nella società contemporanea, le sue ipocrisie, le apparenze da salvare prima di tutto e un tempo focalizzato sull’immediato: ogni personaggio di questo romanzo è convinto di poter tenere a bada i propri segreti, pensa di riuscire a mantenere sul volto una maschera e invece ognuno si sottomette all’altro.

C’è una clessidra e forse è lei la vera protagonista di questo romanzo, più di coloro che si raccontano, che provano a camuffarsi tra saluti di rito e cortesie ipocrite. La clessidra è il tempo. Nel momento in cui i protagonisti la toccano e vedono i granelli scorrere iniziano a porsi domande, a trovare soluzioni anche drastiche e assurde e a rimuginare sul passato.