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La banalità del male

La banalità del male

Autore Hannah Arendt

Casa editrice Feltrinelli

Pagine 348

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Arezzo

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Hannah Arendt scrive questo libro a seguito del processo di Adolf Heichmann, criminale nazista, al quale prese parte come inviata speciale del New Yorker. Arendt ci presenta Heichmann nei suoi limiti di uomo: un uomo fin troppo normale, senza personalità, inglobato in una società in cui se obbedisci stai bene e puoi arrivare a ricoprire ruoli di potere. È proprio lì l’origine del male: obbedire senza pensare.

La citazione degna di nota

Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.

Le nostre riflessioni

Il libro offre molti spunti di riflessione e non risparmia critiche, nemmeno al popolo ebraico. Arendt ci porta a domandarci personalmente quale sia l’origine del male: e anche per noi la risposta sembra essere la mediocrità. Si evince – e al tempo stesso la scoperta di ciò quasi entusiasma – che la grande colpa dell’uomo è di essere banale. La lettura di un libro del genere arricchisce, ci fa pensare che non vogliamo essere omuncoli solo obbedienti al grande potere, scuote l’animo in questo senso. E il paragone con la società moderna è inevitabile: le persone mediocri sono facilmente manipolabili e i leader lo hanno sempre saputo.

Lo consigliamo a...

Ad un pubblico adulto

Le parole chiave del libro

Mediocrità

male

potere

ebrei

obbedienza

pensare