

Trama
Mosca, primi anni ’70. L’ossessione del diligentissimo tenente Ivanov ha un nome, o meglio uno pseudonimo: Abram Terc. Sono anni ormai che tenta invano di identificare questo misterioso autore capace, chissà come, di far arrivare e pubblicare i suoi scritti in Occidente. Prima un testo contro il mirabile realismo socialista, poi insidiosi racconti fantastici che non celebrano la grandezza dell’URSS – e proprio ora che il regime è più che mai minacciato da inauditi pericoli borghesi (il jazz, i jeans, i turisti)! Bisogna agire subito e con fermezza per fermare l’infame penna, ripristinando così il caro ordine delle cose che gli anni del Disgelo hanno quasi fatto dimenticare…


Le nostre riflessioni
Gli uffici competenti è un romanzo caratterizzato da uno spiccata ironia (ora solo pungente, ora estremamente venata di cinismo) che non viene mai meno nonostante si parli di un periodo storico complesso e per niente spensierato. Iegor Gran ha scritto una storia davvero seria eppure così spassosa, a tratti anche grottesca. È satira di alto livello che riesce a cogliere quali sono le pecche della società russa e ha la straordinaria capacità di accendere delle luci sull’URSS, rimasta di fatto ancora oggi in larga parte misteriosa e insondabile. Gran descrive una società oppressiva con potenzialità straordinarie ma con mezzi davvero scarsi.
Il limite del libro, secondo alcuni membri del circolo, è la mancanza di un plot solido. Resta comunque il fatto è che si raccontano cose assolutamente vere: niente è inventato o esagerato, è tutto molto reale ciò che Gran racconta, perché di fatto racconta non solo la storia del suo paese, ma quella della sua famiglia.
Terc si nasconde dietro uno pseudonimo, facendo una vita tutto sommato normale, quindi non sorprende che il suo personaggio non sia in primo piano quanto il tenente Ivanov. L’unica figura che sembra credere in modo religioso alla sua missione è proprio Ivanov, tanto da rendersi ridicolo davanti al lettore. Se la maggior parte dei russi hanno letto romanzi proibiti come Il Dottor Zivago ma lo negano (perché è necessario omologarsi alla massa), Ivanov no: è integerrimo e non si sognerebbe mai di venire meno ai dettami del suo Partito.
Nel paese serpeggia un’ideologia borghese che lui e gli uffici competenti cercano di combattere con ogni mezzo. Peculiari e agli antipodi sono le figure femminili: la moglie di Terc, dotata di una capacità manipolatoria, e la moglie di Ivanov, assai ottusa e stereoptipata, un’ottima donna del Partito.
C’è una gran paura negli anni del Disgelo: delle delazioni, delle ritorsioni, dei jeans, del jazz e tutto ciò che è anche vagamente occidentale e quindi assai pericoloso. Il titolo è evocativo e ironico: chi sono gli uffici competenti? Quanti sono? E dove? Ma sono ovunque, ovvio!
La missione dell’autore è evidente: ridicolizzare il sistema politico che cerca di minare l’opposizione. Pertanto ci sono molti richiami all’attualità e si può capire tanto sulla Russia moderna leggendo un libro del genere. È fortissima, allora come oggi, la chiusura nazionale di questa sconfinata patria fatta di eccessi.
Una volta terminato il libro la sensazione che si ha è di forte dubbio: il limite tra realtà e finzione è così labile da confondere. Per certi versi questo libro risulta spiazzante.


Lo consigliamo a...
A chiunque abbia voglia di leggere una storia vera e dolora raccontata però con una satira feroce


Le parole chiave del libro
Russia
disgelo
KGB
satira