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Eleanor Oliphant sta benissimo

Eleanor Oliphant sta benissimo

Autore Gail Honeyman

Casa editrice Garzanti | Narratori moderni, 2017

Pagine 346

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Arezzo

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

La trentenne Eleanor vive una vita insulsa, fatta di abitudini, inconsistenza e grandi vuoti da colmare con bottiglie di vodka durante il week end. Poi un giorno succede una cosa nuova: qualcuno le rivolge un gesto sinceramente gentile e tutto cambia. Entra in scena Raymond, quasi in sordina, che le permette di sperimentare nuovi modi di vita, di fare nuove conoscenze, ma soprattutto di far uscire ed elaborare emozioni, che sono dentro di lei, ma che sono rimaste per troppo tempo soffocate. E si scopre così che la piccola Eleanor ha avuto una infanzia decisamente sui generis, piena di problematicità e di adulti respingenti e che lei stessa ha dovuto crearsi una corazza, fatta di insensibilità e castrazioni, che l’ha portata inevitabilmente ad una scarsa propensione alla socialità e ad isolarsi dal resto del mondo. Fino a che non cominciano a venir fuori alcuni dettagli della sua tremenda, inquietante vita con la madre.
Il libro a prima vista può quasi sembrare un thriller, ma in realtà parla di maturazione e ci conduce fino alla presa di coscienza della protagonista, attraverso il superamento della paura.

 

La citazione degna di nota

Quando il silenzio e la solitudine gravano su di me e attorno a me, schiacciandomi, incidendomi come ghiaccio, talvolta ho bisogno di parlare ad alta voce, se non altro per dimostrare a me stessa di essere viva

Sapevo che cosa stava accadendo. Era la parte priva di cicatrici del mio cuore. Era abbastanza estesa da lasciare entrare un po’ di affetto. C’era ancora un minuscolo spazio libero

Le nostre riflessioni

Nel romanzo vengono affrontate le tematiche contemporanee della violenza familiare, della salute mentale e della solitudine, che in Gran Bretagna sono diventate parte integrante del dibattito sociale e politico anche grazie alla recente istituzione del Ministero della Solitudine.

Pur non essendo un capolavoro come il boom di vendite dava adito a pensare, il libro prende molto, in quanto ha uno stile originale e ironico, sempre in bilico tra dramma e commedia. Quest’ultima sembra prevalere, attraverso una sintassi semplice e i brevi dialoghi, una modalità tutto sommato “british”. Nella figura di Eleanor si può riscontrare il carattere maniacale di una Amélie Poulain, col suo strano mondo che non si conforma alla società, come pure una tipicità Asperger; sicuramente una protagonista inconsueta, esposta però ad ansie e speranze comuni.
In questo modo affiorano anche critiche alla società del nostro tempo, o almeno riflessioni utili ad una presa di coscienza dei condizionamenti sociali e delle sovrastrutture mentali con cui agiamo.

Il personaggio di Raymond viene ritenuto senz’altro simpatico, fuori dalle convenzioni, ma anche poco profondo e forse poco credibile; certamente il suo modo di fare porta a delle riflessioni sul grande potere della gentilezza.

La prima parte del romanzo procede a rilento, ma è sintomatico e va di pari passo con il risveglio di una coscienza intorpidita e repressa, che ogni tanto si concede dei piccoli squarci (come l’innamoramento a senso unico per il cantante), che si concludono in maniera tragica.

La storia si svela piano piano al lettore come alla stessa Eleanor, che è fondamentalmente buona e si sa riscattare.

Lo consigliamo a...

A tutti, in particolare ai giovani adulti.