Trama
In questo libro Daniel Pennac affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni, in particolar modo di quelli che vanno male a scuola. L’autore, ex “scaldabanco” lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, restituendogli anche il peso d’angoscia e di dolore che gli appartiene.
Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell’istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione introdotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei media contemporanei. E da questo rovistare nel “mal di scuola” che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d’imparare che contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima i giovani di oggi come quelli di ieri.
La citazione degna di nota
Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia.
Le nostre riflessioni
In questo libro ci accorgiamo come il mestiere di insegnante possa essere paragonabile a quello del genitore, ossia il mestiere più difficile del mondo. Essere insegnante a nostro avviso significa plasmare una materia viva, avere tra le proprie mani piccole creature che da grandi potrebbero fare grandi cose. Molte di noi sono state insegnanti, quindi capiamo a pieno il punto di vista di Pennac; essere dei traghettatori capaci di incanalare gli studenti che brancolano nel buio verso la retta via.
Per fare questo mestiere c’è bisogno di passione, ma oltre a questa vi è anche bisogno di una missione che porti il maestro ad abbattere e sgretolare il muro dell’ignoranza.
Oltre al romanzo di Pennac abbiamo letto anche “Portami il diario. La mia scuola e altri disastri” di Valentina Petri, un romanzo scritto negli ultimi anni che affronta le stesse problematiche. facendo un confronto tra i due libri abbiamo notato che tra la scuola de “il diario di scuola” e quella di “portami il diario” non c’è tanta differenza poiché Il metodo scolastico di oggi sta andando a regredire, anziché progredire. Si tende a portare l’intero sistema scolastico ad un livello di mediocrità, piuttosto che tendere ad un livello di eccellenza che abbia come radici l’inclusione.
A proposito di inclusione, parlando è emersa la situazione drammatica che circonda gli insegnanti di sostegno, figure professionali ai quali manca una specializzazione adeguata per poter fare questo lavoro delicato.
Nonostante ciò, questo libro è la fotografia della bellezza dell’insegnamento, una sfida continua ed un’esortazione a tenere sempre la mente aperta.
Lo consigliamo a...
A tutti gli studenti.
A tutti i giovani insegnanti.
Le parole chiave del libro
Istruzione
futuro
passione
mestiere
ispirazione