Trama
Questo libro è stato pubblicato nel 1949 e si articola in tre diversi blocchi narrativi: il primo è ambientato a Roma negli anni Trenta, nel contesto repressivo di un ambiente piccolo borghese con il regime fascista a fare da sfondo ed è focalizzato sulla madre di Alessandra, la protagonista, prigioniera di un matrimonio profondamente infelice.
Nella parte che segue, Alessandra ci conduce in Abruzzo e ci racconta del soggiorno presso la nonna paterna. Questa appare come una matriarca che, se anche si ritaglia una piccola porzione di potere, lo fa sempre e soltanto all’interno di quello maschile.
La terza parte è costituita invece dall’ incontro di Alessandra, ormai adulta, con Francesco, e narra del loro innamoramento e del matrimonio, messo a dura prova dall’infuriare della guerra nella Roma occupata dai nazisti e dalla crescente incomunicabilità tra i due. Mentre Francesco viene imprigionato per la sua attività anti-fascista, anche Alessandra si impegna nella Resistenza, ma dopo la Liberazione non riceverà un riconoscimento paritario né dai compagni di lotta né dal marito, sempre più distante. Rigettata nella condizione di minorità precedente alla guerra e al matrimonio, riconoscendosi in un destino di ingiustizia comune a tutte le donne, Alessandra prenderà una decisione insieme improvvisa quanto radicale.
La citazione degna di nota
Non so se coloro che mi giudicheranno avranno tempo di leggere questa memoria. È una lunga memoria, infatti, perché infinitamente lunga è, giorno dopo giorno, ora dopo ora, anche la breve vita di una donna; e raramente è una sola la causa che la costringe a un’improvvisa ribellione.
Le nostre riflessioni
Nel nostro circolo ci sono state svariate reazioni a questo libro: qualcuna lo ha amato, qualcuna lo ha interrotto perché si è accorta che non faceva per lei, qualcuna lo ha finito per dovere e per qualcun’altra invece è risultata una lettura davvero irritante!
Quelle che lo hanno amato, lo hanno trovato un libro bellissimo e attuale, caratterizzato da vicissitudini dense di rabbia e violenza. Durante la lettura hanno avuto modo di conoscere una protagonista che attraversa
un’infanzia di grande solitudine, che cresce guardando all’amore come a qualcosa di mitico e molto idealizzato e che si scontra poi con una realtà diversa, che vede le donne ancora fortemente sottomesse, messe da parte o educate ad essere delle eterne ancelle.
Per altre invece la storia è risultata molto irritante e ha suscitato rabbia, facendo percepire un forte odio verso gli uomini e la conclusione le ha proprio sdegnate. Hanno inoltre trovato lo stile di scrittura come troppo analitico e così “pieno di parole” da far sentire schiacciate!
Lo consigliamo a...
Alle persone giovani.
Alle adolescenti, per riflettere sull’importanza di mantenere le distanze dalle madri troppo ingombranti e per riflettere su quanto siamo spinte/i a idealizzare l’amore.
Alle donne dai cinquant’anni in giù.
Le parole chiave del libro
Donne
fascismo
figlie
incomunicabilità
madri
maschilismo
morte
Novecento
patriarcato
suicidio