Le opere di Jeff Koons in mostra a Palazzo Strozzi

Dal 2 ottobre al 30 gennaio in mostra una selezione delle sue opere più celebri. Visite guidate gratuite alla mostra, con pagamento del biglietto di ingresso, ridotto per i soci Unicoop Firenze. E, dal 19/10, torna "Mezz'ora d'arte", visite alla mostra di 30minuti, ogni martedì alle 18. Per i soci, speciale ingresso 2x1

È uno degli artisti più quotati al mondo, ma il suo ingresso al MoMA di New York, nel 1977, lo ha fatto nel ruolo di impiegato allo sportello della biglietteria; è considerato l’erede di Andy Warhol, ma la sua fama in Italia è dovuta anche al matrimonio nel lontano 1991 (e successivo divorzio, con lunghi strascichi giudiziari) con l’ormai ex pornodiva ed ex parlamentare Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina.

Jeff Koons – una delle figure più importanti e discusse dell’arte contemporanea a livello globale – arriva a Firenze con una selezione delle sue opere più celebri, che Palazzo Strozzi riunisce nella mostra “Jeff Koons. Shine”, dal 2 ottobre al 30 gennaio del prossimo anno.

Quello di Koons è in realtà un ritorno a Firenze. Era il 2015 quando la sua opera monumentale Pluto and Proserpina fu collocata in piazza della Signoria, a poca distanza dalla copia in marmo del David di Michelangelo, in un dialogo fra arte contemporanea e gli spazi e le opere del Rinascimento fiorentino che proseguiva all’interno di Palazzo Vecchio con Gazing Ball (Barberini Faun) nella Sala dei Gigli, esposta fra gli affreschi del Ghirlandaio e il bronzo della Giuditta e Oloferne di Donatello.

Un confronto pop vs antico con strascico di polemiche prima sull’opportunità di realizzarlo («non è che noi ci si debba adattare per forza a ogni follia, a ogni idiozia, a ogni bizzarria dorata», scrisse ad esempio l’artista Pablo Echaurren); e poi sull’occasione, secondo molti da non perdere, di far restare il Pluto and Proserpina a Firenze anche dopo il termine dell’esposizione.

Non se ne fece nulla: Koons tornò negli Usa, il suo Pluto and Proserpina pure, e le polemiche si indirizzarono via via sulle altre esposizioni temporanee che hanno tentato lo stesso approccio, dalla non meno monumentale Big Clay #4 dello svizzero Urs Fischer al più recente Abete di Giuseppe Penone – installazione realizzata in occasione delle celebrazioni dantesche – collocate entrambe sempre in piazza della Signoria.

Essere o apparire?

Eppure a Firenze l’arte contemporanea piace. “American Art 1961-2001. Da Andy Warhol a Kara Walker”, sempre a Palazzo Strozzi, in appena tre mesi di apertura e nonostante le limitazioni dovute alla situazione sanitaria, ha raggiunto la cifra di oltre 55.000 visitatori, con una partecipazione record dei giovani (gli under 30 sono stati il 40% del totale), l’importante coinvolgimento del pubblico locale (per il 46% abitanti dell’area metropolitana di Firenze), oltre alla conferma della capacità di Palazzo Strozzi di proporre un’offerta in grado di contribuire all’attrazione del turismo italiano e straniero (più di 20.000 persone arrivate appositamente a Firenze per visitare la mostra).

E piacerà certamente anche “Jeff Koons. Shine”, che ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, proponendo come originale chiave di lettura dell’arte di Koons il concetto di “shine” (lucentezza) inteso come gioco di ambiguità fra splendore e bagliore, essere e apparire. Con Andy Warhol e Marcel Duchamp come primaria fonte di ispirazione, Koons ha realizzato sia opere – in un massimo di sei unità – sia oggetti seriali (una variazione sul tema dello stesso oggetto), che hanno suscitato un ampio dibattito critico e innescato polemiche, ottenendo però allo stesso tempo uno straordinario successo. La mostra ne propone alcuni che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia dell’arte contemporanea e del suo mercato. È il caso del celebre Rabbit, coniglietto in acciaio inossidabile che simula un giocattolo gonfiabile: una delle tre unità è stata battuta all’asta da Christie’s a New York nel 2019 per la bellezza di 91,1 milioni di dollari, facendone l’opera più costosa della storia fra gli artisti viventi.

Con sguardo ironico

«Quando vedono le mie opere, molte persone sono contente, sorridono; e ciò, per me, è importante», ha detto Koons in un’intervista. In effetti sarà difficile trattenere il sorriso davanti agli enormi Balloon Dog (Red) e Balloon Monkey (Blue), che Koons ha definito come «forme di vita in movimento. Quando niente si muove, non c’è vita».

Che si tratti di giocare con i personaggi dei fumetti come per Hulk (Tubas), o con gli animali come per Dolphin e Lobster, tutte sculture presentate a Palazzo Strozzi, l’ironia è probabilmente la chiave di lettura per godersi le opere di un artista che alcuni definiscono “il re del kitsch” (attribuzione che però ha un doppio e opposto significato a seconda che lo si ami o lo si detesti). Che ha iniziato la sua carriera esponendo una serie di aspirapolvere estrapolati dal loro contesto abituale e presentati in teche in vetro illuminate da luci al neon (era il 1980, la sua prima mostra al New Museum of Contemporary Art di New York); che ha attraversato non solo l’arte in senso stretto ma anche la moda, firmando una collezione di borse per Louis Vuitton; che è passato dalla rivisitazione di un oggetto domestico (Nelson Automatic Cooker / Deep Fryer, ossia una pentola friggitrice elettrica; anche quest’opera è a Palazzo Strozzi) a trasformare una Bmw in opera d’arte per il programma “Bmw Art Car”, unendosi così a un illustre gruppo di artisti che lo avevano preceduto, da Andy Warhol a David Hockney, da Roy Lichtenstein a Frank Stella. D’altronde, sottolinea Koons, «il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte».

Agevolazioni per i soci. L’ingresso alla mostra è consentito solo ai possessori di Certificazione verde Covid-19 (Green pass) o documentazione equipollente.

Info www.palazzostrozzi.org

Visite guidate gratuite

Visite guidate gratuite alla mostra ogni mercoledì (alle 18) e domenica (alle 15); a pagamento il solo ingresso (15 euro, per i soci 12 euro; più prevendita).
Su prenotazione allo 0552645155.

Inoltre dal 19 ottobre torna “Mezz’ora d’arte”, con le visite alla mostra della durata di 30 minuti, ogni martedì alle 18: ogni visita è dedicata a una selezione di opere e offre l’occasione di avere un “assaggio” della mostra o, per coloro che l’hanno già visitata, un approfondimento su un particolare aspetto.
Attività compresa nel biglietto di ingresso alla mostra a pagamento.
Per i soci, speciale ingresso 2×1 (15 euro per 2 biglietti).

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