La bottega di oreficeria fiorentina Penko a Hollywood

Il giovane Riccardo Penko è il disegnatore dei gioielli delle croci dei cardinali del film "Conclave" di Edward Berger

Tra i film che hanno segnato la stagione cinematografica, uno dei più straordinari è Conclave di Edward Berger, che sicuramente sarà protagonista anche agli Oscar. Il film mette in scena, appunto, un conclave: ovvero quel momento in cui i cardinali di tutto il mondo scelgono il nuovo papa. Ed è una battaglia: c’è il cardinale progressista Stanley Tucci, quello conservatore Sergio Castellitto e c’è colui che deve fare da arbitro, interpretato da un formidabile Ralph Fiennes. Intrighi, veleni, verità e menzogne. Nel nome di Dio, ma più ancora nel nome del potere. Un film di eccezionale bellezza figurativa, soprattutto in virtù dei costumi e dei gioielli.

I costumi sono le porpore cardinalizie, ricreate dalla costumista nominata all’Oscar Lisy Christl, con la supervisione della fiorentina Ilaria Marmugi. I gioielli sono le croci dei cardinali: centinaia, tutte modelli unici. L’una diversa dall’altra, raccontano la storia di ogni cardinale, la visione politica e religiosa.

E sono il frutto dello straordinario lavoro di una bottega fiorentina: l’oreficeria Penko, da anni specializzata proprio in arte sacra, che è stata incaricata di creare centinaia di croci cardinalizie, che definissero il carattere, la storia, l’orientamento politico dei cardinali impegnati nel conclave. A disegnare quei gioielli, il giovane Riccardo Penko, che lavora da sempre nella bottega di famiglia (nella foto, con i genitori e il fratello).

Siamo andati a visitare la bottega, abbiamo curiosato fra i mille disegni e le centinaia di croci, che dopo le riprese sono ritornate “a casa”. Nell’occasione, abbiamo parlato con Riccardo.

Che tipo di lavoro è stato?

Un lavoro enorme, ma entusiasmante! In poche settimane abbiamo realizzato centinaia di disegni diversi, bozzetti, idee e li abbiamo proposti a Lisy Christl. Per quanto riguarda la croce che indossa Ralph Fiennes, l’abbiamo concepita insieme a lui, arrivando a un disegno molto essenziale. Ralph l’ha amata moltissimo, al punto che – alla fine delle riprese – se l’è voluta tenere.

Avete lavorato anche in relazione ai tessuti degli abiti e ai volti degli attori?

Esattamente. Abbiamo fatto prove di confronto con la corporatura degli attori e con i loro “colori”. Ogni disegno è accompagnato da una pagina di descrizione che ne racconta il significato.

Ci sono delle simbologie in alcune delle croci?

In una croce ci siamo ispirati alle opere di Della Robbia presenti a La Verna, al Cristo con Giovanni e Maria. Nella croce del patriarca di Venezia ci sono riferimenti al Leone di San Marco, e dietro la croce c’è anche il libro che il leone tiene in mano. È una parte della croce che nel film non appare, ma abbiamo avuto cura di realizzarla ugualmente.

Ci sono anche riferimenti alla semplicità dei frati?

Sì: c’è una croce con dei chiodi intrecciati, riferimento alla Passione di Cristo, che appartiene all’unico cardinale che è un frate.

Tutta la vostra famiglia ha lavorato alla realizzazione di questi gioielli?

Sì, giorno e notte, per dieci settimane. Mio padre Paolo, che ha aperto la bottega orafa, ma anche mia madre Beatrice e mio fratello Alessandro.

Che tipo di gioielli avete realizzato, oltre alle croci?

Anche anelli cardinalizi, catene, anelli per le suore. Per il disegno ci siamo rifatti alla storia, ma abbiamo creato anche disegni più contemporanei. È stato un lavoro di creatività, di immaginazione, basandoci sulla sceneggiatura.

Quali materiali avete usato?

Lega argentata e dorata, con alcuni gioielli interamente fatti in argento. Per quanto riguarda le pietre, abbiamo usato veri topazi, lapislazzuli e, in generale, tutte pietre vere.

Edward Berger si è trovato talmente bene con voi che avete continuato a collaborare.

Sì, abbiamo lavorato al film che Berger ha appena finito di girare a Macao, The ballad of a small player, con Colin Farrell e Tilda Swinton.

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