Spazio, tempo, silenzio hanno contraddistinto – e non per scelta – i nostri ultimi mesi. Ricominciare a un ritmo più lento è insieme una necessità e un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Anche per quanto riguarda le proposte culturali, che ripartono – evoluzione positiva della situazione permettendo – da appuntamenti all’aria aperta, organizzati nel rigoroso rispetto delle misure di sicurezza.
«Ciò a cui abbiamo pensato è la riappropriazione di questi luoghi, ma in modalità lenta per fare di nuovo nostri questi spazi». “Questi spazi” sono i giardini delle ville medicee di Petraia, di Cerreto Guidi e di Castello (tutti in provincia di Firenze), e a farci da guida è Marco Mozzo che ne è direttore.
«Vivere il giardino vuol dire molte cose. Svago e ristoro, in primo luogo. La scoperta delle specie botaniche che lo animano, certo. Ma anche il racconto di come, proprio da un punto di vista pratico e materiale, in questi mesi di chiusura abbiamo manutenuto e curato queste aree».
Villa di Castello
Ad esempio «il giardino della Villa di Castello di per sé ha una sua particolarità nelle fontane, è il primo esempio di giardino all’italiana e al suo interno ci sono importanti testimonianze, soprattutto scultoree. Ma in particolare conserva il primo esempio di grotta artificiale, misteriosa e affascinante. Questi luoghi sono sempre stati molto cari ai Medici, a tutta la famiglia, come spazi di svago ma anche per suscitare la curiosità e l’interesse di chi li frequentava».
Il giardino vanta una eccezionale collezione di agrumi, costituita da circa cinquecento piante di importanza storico-botanica unica al mondo, discendenti dalle antiche varietà medicee, con esemplari di oltre trecento anni di vita. Anche il giardino delle erbe officinali è un vero gioiello, con la Stufa dei mugherini, che custodisce il raro gelsomino indiano di Goa detto “mugherino”, che dà il nome alla serra del cosiddetto “ortaccio” o Giardino segreto.
«Proprio le limonaie – prosegue Mozzo – meritano di essere oggetto di riscoperta, di essere raccontate molto più di quanto solitamente si fa. Perché non erano, e non sono, dei semplici contenitori di piante, ma rispondono a regole architettoniche ben precise per poter garantire la conservazione nel lungo periodo di queste piante, per consentire all’umidità di spargersi nell’aria e di mantenere appunto l’ambiente umido nei periodi di maggior caldo. Noi continuiamo a prendercene cura secondo le antiche tecniche di coltivazione. Poter entrare nel vivo delle attività che si svolgono all’interno di un giardino consente anche al visitatore di avvicinarsi di più al contesto, di poterlo conoscere e vivere meglio. Anche i residenti stessi magari lo hanno sempre frequentato per svagarsi, ma poi alla fine non lo conoscono appieno».
Villa di Cerreto Guidi
Ancora, pensiamo alla Villa di Cerreto Guidi «che si erge con la sua mole sul paese. Una particolarità sono le sostruzioni, cioè tutti quegli ambienti che non si vedono da fuori ma che sono all’interno delle scalinate frontali e che fino all’Ottocento sono stati impiegati come luoghi di deposito per l’attività agricola. Gli ultimi proprietari, la famiglia dei marchesi Geddes da Filicaia, hanno impiegato questi ambienti interni alle scalinate del Buontalenti come vere e proprie cantine. Spazi che vorremmo poter raccontare per far capire che la villa in quanto tale svolgeva diverse e molteplici funzioni, tra cui anche quella agricola, e che questo è un aspetto non secondario della sua storia».
Villa la Petraia
Rifugio per i granduchi della famiglia Medici dalle fatiche della città, Villa la Petraia ha un bellissimo giardino a terrazze di oltre venti ettari. Anche in questo caso da vedere sono «non solo gli annessi al giardino, e quindi la limonaia e gli ambienti di ricovero degli agrumi, ma anche per esempio il belvedere: siamo sull’ultimo rialzamento della Petraia, il cosiddetto “piano della Figurina”, dove c’è la fontana di Venere Fiorenza, e questa struttura a forma di lanterna, tutta a vetri, nel ‘700 era un punto di osservazione sulla Piana di Sesto. Inoltre è stato ristrutturato da Vittorio Emanuele II, che ne fece il suo luogo prediletto per riposarsi dopo le cacce o per sfuggire alle incombenze del lavoro a Palazzo Pitti: un dolce ritiro, visto che la Petraia era la residenza della contessa di Mirafiori Rosa Vercellana, la bella Rosina, moglie morganatica del Re. Anche questo è un ambiente molto particolare che vale la pena di venire a riscoprire».
Come funziona la visita guidata
A partire da venerdì 12 giugno, tutti i venerdì, sabati e domeniche, fino al 5 di luglio, l’iniziativa”I Giardini della Bizzarria“, permetterà di visitare in sicurezza questi luoghi suggestivi attraverso un ciclo di eventi gratuiti, dedicati ad adulti e bambini. Per questi ultimi è prevista «una narrazione in termini favolistici, sempre sul tema del verde, dei giardini e della natura. Mentre per gli adulti stiamo lavorando a una audioguida scaricabile sul cellulare, i cui contenuti compensino anche l’impossibilità al momento di accedere agli ambienti interni, e che pensiamo di mettere successivamente a disposizione di chi verrà a visitare le ville quando saremo tornati alla normalità. La nostra – conclude Mozzo – è una scommessa: riapriamo consapevoli delle difficoltà, pronti a rimodulare le proposte in base alla risposta del pubblico e alle misure di sicurezza che ci verranno richieste. Ma siamo anche convinti che predisporre un tipo di offerta come questa, che guarda al cosiddetto turismo di prossimità, che è lo scenario che si delinea per l’estate che viene, può essere la risposta giusta anche dal punto di vista della valorizzazione dei beni culturali e del territorio».
Le attività sono realizzate con il sostegno di Unicoop Firenze e curate dalla Direzione Regionale musei della Toscana in collaborazione con Stazione Utopia.
Iniziativa gratuita soggetta a disponibilità di posti limitati. La prenotazione è obbligatoria. – POSTI DISPONIBILI ESAURITI
Per maggiori informazioni
www.stazioneutopia.com
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