In molte occasioni personaggi famosi come Lady Gaga, Rihanna, Vanessa Incontrada ed altre hanno raccontato di essere state prese di mira dagli hater (chi usa espressioni di odio, in Internet e sui social network) per le loro imperfezioni, che siano chili di troppo, cellulite o sorrisi non smaglianti. Sì, anche questi miti sono vittime del body shaming (derisione del corpo). Ma quanto è diffuso il problema? E quali conseguenze può avere? Ne abbiamo parlato con Francesco Rotella, professore associato di Psichiatria all’Università di Firenze. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Cos’è il body shaming?
Rappresenta un commento offensivo, non richiesto, centrato su aspetti del corpo. Spesso, tuttavia, più che un commento offensivo rappresenta una vera e propria forma di violenza che lede i diritti più sacri dell’essere umano, su tutti quello dell’auto-determinazione.
Le donne sono da sempre il bersaglio primario di derisione.
Nella nostra cultura per molto tempo è stato chiesto alle donne di aderire a degli standard estetici, spesso non raggiungibili. Per questo è più frequente che siano le donne a essere insoddisfatte del proprio corpo. Tengo però a precisare che la nostra cultura (o meglio, la mancanza di essa) si evolve rapidamente. I punti deboli possono cambiare e modificarsi nel tempo, ma il meccanismo violento alla base di questi fenomeni rimane sempre il medesimo.
Quali possono essere le conseguenze psicologiche?
Il body shaming va a colpire un punto di vulnerabilità individuale, potenziandone le possibili ricadute psicologiche. Può portare sia ad una sofferenza diretta (si sta male per la violenza subita in sé), ma può rappresentare anche un elemento precipitante per lo sviluppo di un vero e proprio disturbo psichiatrico, ad esempio la depressione.
Come si può uscirne?
Non sottovalutando l’impatto del fenomeno e chiedendo aiuto. Meglio “esagerare” facendo qualcosa che poi si rivela non necessario, piuttosto che portarsi dietro un peso inutilmente per un lungo periodo. Da un punto di vista sociale, invece, è centrale l’educazione e la sensibilizzazione: per esempio lavorare sui giovani, nelle scuole, facendo formazione e cultura.
Ma chi sono gli hater?
Nella maggior parte dei casi sono persone con scarse risorse, sia cognitive che culturali. Sono persone che non riescono a stare bene nel loro contesto sociale e cercano di mascherare le loro fragilità con una forma di becera prevaricazione. L’istinto di nuocere al prossimo fa parte della natura umana, ma anche la capacità di rendersi conto delle conseguenze delle nostre azioni. Fatti non fummo per viver come bruti…
La mancanza di autostima può riversarsi sulla sfera intima e, se sì, con quali conseguenze?
La mancanza di autostima è una dimensione per definizione interiore, con ripercussioni sulla sfera intima. Una persona che non sta bene con il proprio corpo e si vergogna di esso, può essere in difficoltà ad esporlo e a viverlo anche nelle relazioni intime, favorendo un raffreddamento dei rapporti stessi.
Un ultimo consiglio. Come superare la vergogna di essere sé stessi?
La vergogna porta a evitare tutte quelle situazioni che la possono generare. Questo, però, non fa altro che peggiorare la vergogna stessa. Per spezzare il circolo vizioso, è importante riuscire a mettere in atto delle strategie di esposizione delle situazioni temute. Di nuovo, il mio consiglio è quello di chiedere aiuto. Avere uno spazio dove poter parlare di questi temi rappresenta il primo passo per superarli.