Robiola o feta?

Formaggi freschi ma diversissimi, per gusto e origine

Robiola

Robiola
Robiola

Provenienza: formaggio tipico del Piemonte (soprattutto delle Langhe), della Lombardia (in particolare del bresciano), ma anche del Canton Ticino. Celebre la Robiola di Roccaverano (Asti), talmente apprezzata che gode del marchio Dop, Denominazione di Origine Protetta.

Caratteristiche: formaggio bianco a pasta molle, di breve stagionatura, si ottiene dal latte crudo o pastorizzato, vaccino o ovino o caprino, ma anche misto. Ha sapore intenso e delicato.

In cucina: formaggio jolly, si usa per numerosi tipi di antipasti (come vol-au-vent, fagottini, sfogliatine, girelle), nei risotti (per esempio, con pancetta croccante), nella pasta (con il salmone o con speck e zucchine o alla crema di broccoli), ma anche per un formidabile cheesecake. Secondo noi, la sua morte è spalmata semplicemente sul pane: se ne gode pienamente il sapore e la consistenza vellutata.

Un consiglio: è tanto buono, ma è bene limitarne il consumo in caso di colesterolo alto, ipertensione e sovrappeso. Data la concentrazione di calcio e fosforo, se ne può suggerire l’uso per i bambini e per chi soffre di osteoporosi.

Curiosità: si dice che il nome robiola provenga da Robbio, un paese della provincia di Pavia dov’era prodotto già nel ‘500. Secondo altri, deriva dal latino rubrum, rosso, per la colorazione rossastra della crosta di alcune robiole.

Feta

Feta

Provenienza: antico formaggio greco, dal 2002 è una Dop e la Danimarca che per anni ha prodotto un formaggio omonimo, ne ha dovuto cambiare la denominazione. 

Nel 2013 la Grecia ha raggiunto un accordo con il Canada, che produce un formaggio simile il cui nome è stato cambiato in “feta style”.

Caratteristiche: formaggio fresco di colore bianco, è prodotto con latte di pecora (a volte con l’aggiunta di latte caprino), per alcuni mesi immerso in salamoia. Da qui il tipico sapore intenso.

In cucina: apprezzata in vari tipi di insalata, come quella con riso e noci, ma soprattutto quella “greca”, con pomodori, cipolla, olive nere, cetrioli, olio, aceto e origano. Si usa nella torta di spinaci e in quella di formaggio. Si gusta anche cotta alla griglia o nei panini e nelle frittate. Per chi ama l’agrodolce, è formidabile l’accostamento con il melone a tocchetti, condendo il tutto con olio, pepe e origano.

Un consiglio: è ricavata da latte intero, quindi con alta concentrazione di colesterolo. Abbonda anche il sodio, per cui attenzione in caso di ipertensione. Peraltro, la feta è ricca di minerali come calcio e fosforo, e di vitamina A e B2.

Curiosità: Omero descrive Polifemo che produce un formaggio con una tecnica simile a quella usata dai pastori greci di oggi per la feta, il cui nome deriverebbe dal latino con riferimento all’usanza di tagliarlo a fette.

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