Trama
La storia di una famiglia palestinese, attraverso diverse generazioni: dal patriarca Yehya e la moglie Bessima, ad Hassan e Dalia, genitori di Yussef e Amal.
La citazione degna di nota
Avevamo poche cose e pochissime necessità. Non ho mai visto un parco giochi e non ho mai nuotato nel mare, ma la mia infanzia è stata magica, sotto l’incanto della poesia e dell’alba. Non ho più trovato un luogo sicuro come l’abbraccio di mio padre, quando nascondevo la testa nella cavità del suo collo e delle sue spalle robuste. Non ho più conosciuto un momento più dolce dell’alba, che arrivava con l’odore di tabacco al miele e mela e le splendide parole di Abu Hayyan, Khalil Gibram, Al Ma’arri, Rumi.
Le nostre riflessioni
Un romanzo che oggi è attualissimo nonostante sia stato scritto quindici anni fa e che aiuta in questo periodo a mantenere alta l’attenzione sul conflitto tra palestinesi e israeliani.
Il libro è opera di un’ autrice palestinese, che nelle vicende della giovane Amal ripercorre in parte quelle della sua stessa vita. Abbiamo apprezzato molto che la storia narrata, nonostante gli spunti autobiografici, non induca a prendere necessariamente una posizione in favore di un popolo piuttosto che dell’altro.
Nella storia troviamo tanti temi importanti: il senso della vita, la solitudine, l’inquietudine, la memoria e l’amore.Nella prima parte del libro prevale una narrazione più sentimentale, mentre la seconda parte è più cruda e legata alla successione di attacchi contro una popolazione pressoché inerme. La scrittura di Susan Abulhawa è efficace e molto dettagliata, a volte il linguaggio risulta ridondante. Interessante invece l’alternanza fra la narrazione in terza ed in prima persona.
Lo consigliamo a...
A chi vuole riflettere, e porsi delle domande su un conflitto ancora attuale.