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Cassandra a Mogadiscio

Cassandra a Mogadiscio

Autore Igiaba Scego

Casa editrice Bompiani, 2023

Pagine 368

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Agliana

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Igiaba Scego, in un’affettuosa lettera alla nipote Soraya, racconta il fuoco della guerra nel suo paese, la Somalia. Una storia di saccheggi e stupri, di bombardamenti e regimi. La capitale Mogadiscio piomba nel caos nel 1991, quando Igiaba è una giovane adolescente pronta per la festa di Capodanno. Lontana dalla patria dei genitori, è combattuta tra la vita che vive a Roma, una città che di lei non sa nulla, e le sue radici sanguinanti di cui però conosce ben poco.

“Europea” la chiamano: naturalmente lei lo è, ma è altrettanto legata anche all’Africa. Un’africana europea, a cavallo tra due mondi che si sono voluti male, tra le macerie del ‘900 e un futuro macchiato dai morti nel Mediterraneo. Cerca di portare avanti una sua normalità, una routine quotidiana, ma il pensiero è costantemente rivolto al destino a cui la sua famiglia va incontro.

Questa è una storia vissuta attraverso la memoria della madre, ma anche attraversata dai ricordi di nonni, zii, cugine, parenti lontane.“Cassandra a Mogadiscio” diventa un’opera letteraria che raccoglie grida di dolore e ferite, ma che allo stesso tempo celebra la speranza e la possibilità del perdono.

La citazione degna di nota

Il Jirro è questo, Soraya. Un pettine che non sappiamo più usare, costruire, inventare. Una parte di noi, delle conoscenze degli antenati, che non abbiamo salvato dalla furia che ci ha travolti. […] In quel pettine c’è un insegnamento da trasmettere agli artigiani di oggi, che oggetti di quel tipo non li fabbricano più perché con la guerra si è persa la memoria di come si facevano le cose. Guardare quel pettine potrebbe spingere qualcuno a ripristinare la comunicazione tra passato e presente che la guerra ha interrotto.

Le nostre riflessioni

Nella sua drammaticità, il jirro colpisce anche noi. “Jirro è il nostro cuore spezzato”, la malinconia che colpisce chi ha vissuto la diaspora somala e che si manifesta in mille modi diversi e con diverse intensità. La storia della Somalia non è così conosciuta, tantomeno la sua dittatura e il colonialismo che l’ha caratterizzata.  La famiglia di Igiaba è sparsa in cinque continenti: tra generazioni spesso è difficile comunicare, immaginiamoci se a dividerci sono anche idiomi, culture e chilometri di distanza. E poi la guerra. Quella che ti riempie il petto tanto da non riuscire a pensare ad altro se non al senso di colpa che provi per il non viverla. Guerre da conoscere per curare quel jirro. Conoscere significa vedere, provare a ricucire ferite non nostre ma che sentiamo come tali. Non pensi mai che possa capitare proprio a te, che brutalità e violenza si diffondano nel cuore del tuo vicino di casa. Invece tutt’oggi Iraq, Ucraina, Palestina, Siria, sono solo alcune voci di un elenco insanguinato fatto di devastazione e morte, una catena industriale di conflitti.

Lo consigliamo a...

A chi vuol comprendere meglio un pezzo di storia troppo a lungo dimenticato.

Le parole chiave del libro

Dolore

identità

drammi

fortuna

scrittrice

preghiera

intesa

tradizioni