Trama
Il libro è la biografia della scrittrice iraniana Azar Nafizi, di cui il libro più famoso è senz’altro Leggere Lolita a Teheran. Dalla sua infanzia al rapporto con i genitori, la scrittura ripercorre le tappe significative della sua vita, dei suoi studi all’estero, dell’impegno politico e della carriera come scrittrice, docente e intellettuale.
Figlia di una famiglia alto-borghese, Azar ha con la madre un rapporto fortemente conflittuale, un conflitto nato dal carattere della madre e dalle sue vicende personali, mentre è tenero e costruttivo il rapporto con il padre che intraprende una carriera politica come sindaco e sarà però incarcerato per alcuni anni. Il libro, oltre ad essere la storia della famiglia dell’autrice, è anche un affresco della storia dell’Iran degli ultimi 50 anni, dal dominio dello Scià Reza Pahlavi all’avvento dell’ayatollah Khomeini, in seguito alla Rivoluzione degli anni ‘80, Rivoluzione nella quale molti ebbero fiducia, nella speranza di una spinta del paese verso una società moderna, mentre si rivelò un inasprirsi del potere politico-religioso di un’oligarchia e di un dittatore.
Azar Nafizi ha viaggiato molto a partire dagli anni dell’Università trascorsi in Inghilterra per poi trasferirsi in America, dove ottenne la cattedra di letteratura presso la John Hopkins University.
Il contatto con l’Iran è comunque sempre costante attraverso viaggi regolari, durante i quali la scrittrice vive a pieno la situazione del suo paese.
Il matrimonio e la nascita delle figlie attenua solo in parte la conflittualità con la madre, una donna schiava del ricordo del suo primo amato marito, in conflitto col padre da sempre, ma anche donna di grande carattere, a suo modo molto attaccata alla famiglia e ad Azar.
Il padre è descritto come uomo dal carattere molto sentimentale e umano, ma anche come uomo impegnato politicamente, forte e resistente, pure durante il periodo dell’ ingiusta prigionia.
Uno spaccato dell’Iran contemporaneo, di cui intuiamo la cultura, la storia e purtroppo le tensioni e l’agitazione, ma anche un conflitto fra identità diverse, quelle ancorate alla religione e quelle invece proiettate verso la modernità e il laicismo.
La citazione degna di nota
Fa parte della cultura iraniana non rivelare le faccende private – non si lavano i panni sporchi in pubblico, avrebbe detto mia madre; (…) Io non credo che si debba rimanere zitti. Del resto, non restiamo mai davvero zitti, perché, in un modo o nell’altro, ci raccontiamo attraverso le persone che diventiamo.
Le nostre riflessioni
La lettura di questo libro ha provocato una lunga discussione sia sul testo letterario, sia sulla scrittura che sul versante politico. Come libro non ha suscitato entusiasmi, ed è stato piuttosto criticato, perché vi sono parti che risultando pesanti.
Tuttavia il dibattito è stato interessante, alcuni hanno apprezzato questa lettura come trasmissione e chiarimento di una situazione storica complicata, altri hanno apprezzato l’amore per la letteratura trasmessa dal padre ad Azar, la quale per tutta la sua vita si rifugia nelle letture e nella scrittura come mezzi di salvezza e di contrasto al dolore e all’ansia.
Altri partecipanti hanno fatto notare che sì, il libro affronta la storia dell’Iran, ma solo dal punto di vista di persone appartenenti all’ambiente alto borghese, con la possibilità di viaggiare e vivere all’estero, e non certo dalla parte del popolo.
È stata notata una distanza di visione e di approccio rispetto al modo occidentale di intendere i problemi e i rapporti familiari, ma non da tutti, perché invece una parte dei partecipanti era dell’opinione che le questioni familiari erano più o meno le stesse come nel nostro mondo occidentale, e quindi in questo senso il libro è interessante.
Tutti concordano sulla qualità della scrittura.
Un libro apprezzato solo in parte che però ha immerso i partecipanti nel mondo dell’Iran contemporaneo, sempre molto attuale, e la cui situazione non si smette mai di capire e di analizzare.