Trama
Una minima infelicità è un racconto di anime ferme nel tempo. Un tempo decadente, che sfiorisce davanti agli occhi della figlia, la protagonista, abituata fin da piccola a vivere la depressione e la follia della sua famiglia come se fossero la normalità. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, di cui brama le attenzioni pur ricevendo da sempre solo indifferenza.
Ad accomunarle c’è unicamente l’antipatia per Clara Bigi, una domestica crudele, incaricata di rimettere ordine e disciplina in casa: Clara diventa così il guardiano della piccola, arrivando a sorvegliarne anche le letture. Il padre, remissivo e cieco perfino di fronte ai tradimenti della moglie, si ammala e lascia la famiglia in balia dei debiti.
La morte colpisce presto tutti i familiari di Annetta che impara a convivere con la solitudine, spiando gelosamente le vite degli altri dalle finestre come mondi su cui affacciarsi, senza riuscire a toccarli mai.
La citazione degna di nota
L’infelicità non è soltanto una categoria dello spirito. Se cosí fosse, se si trattasse di una faccenda esclusivamente interiore, chiusa nel segreto del nostro essere, nessuno riuscirebbe a vederla. No. L’infelicità è un luogo, un luogo fisico, una stanza buia nella quale scegliamo di stare.
Le nostre riflessioni
Annetta si sottomette ai fantasmi, ai colori che accendono o spengono la sua vita. Avverte l’infelicità della madre e la fa sua, decidendo di rivolgere le sue cure soltanto a lei, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Piccola nel corpo e nello spirito, la protagonista incarna alla perfezione il concetto della resilienza, affrontando e superando i traumi della sua vita pur tuttavia non uscendone indenne.
Questa piccolezza è sicuramente metafora di un’esistenza “minima”, manchevole, propria di chi sopravvive dimenticandosi di vivere. Troviamo per questo difficile, se non addirittura impossibile, immedesimarci nei personaggi. Questi hanno una capacità irrealistica di farsi scivolare addosso le problematiche che li attanagliano, non hanno reazioni né volontà di mutamento. Tanti gli aspetti appena citati che avremmo voluto veder sviscerare dall’autore e che rendono l’opera ridotta all’osso, scheletrica.
Lo consigliamo a...
A chi si dimentica di se stesso.
Le parole chiave del libro
Fotografie
disagio
piccolezza
ostinazione
vertigine
resilienza
famiglia
inadeguatezza