Lacci

Lacci

Autore Domenico Starnone

Casa editrice Einaudi, 2014

Pagine 133

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci San Giovanni Valdarno

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Lacci ci porta dentro la storia della famiglia Minori: i coniugi Aldo e Vanda, coppia sposata da tanti anni, e i figli Sandro e Anna, ormai adulti.

Aldo e Vanda si sono trasferiti da Napoli a Roma, stabilendosi in un appartamento vicino al Tevere. Sposati dagli anni Sessanta, quando avevano vent’anni, i coniugi sono inizialmente il prototipo della “coppia perfetta”: negli anni Settanta vivono una crisi improvvisa quando Aldo tradisce Vanda con Lidia giovane studentessa, lasciando la famiglia. La “fuga” dura però poco e Aldo tornerà a casa dai figli e dalla moglie.

La ricostituzione del nucleo familiare sembra inizialmente funzionare: ma, a poco a poco, si paleserà un’altra verità. Il matrimonio ricomposto è in realtà un fallimento e sprofonda la famiglia e i suoi componenti in una palude di infelicità che si protrarrà negli anni a venire. Il testo è diviso in tre parti chiamate libri: il primo libro è narrato dal punto di vista di Vanda ed è ambientato negli anni Settanta al tempo dell’abbandono di Aldo e possiamo leggere e lettere supplichevole ma piene di rabbia; il secondo libro è invece ambientato nel presente ed è narrato da Aldo che con dei flashback racconta la sua versione dei fatti; il terzo libro, sempre ambientato nel presente, ha come narratrice la figlia Anna che ripercorre la storia della sua famiglia discutendo con il fratello Sandro sulle conseguenze del ravvicinamento del padre con la madre.

La citazione degna di nota

Per molto tempo hai sragionato con tranquillità saccente sui ruoli dentro cui c’eravamo imprigionato sposandoci – il marito, la moglie, la madre, il padre, i figli- e ci hai descritti – me, te, i nostri bambini – come ingranaggi di una macchina priva di senso, costretti a ripetere per sempre gli stessi movimenti insulsi. (pag.7)

Gli unici lacci che per i nostri genitori hanno contato sono quelli con cui si sono torturati reciprocamente per tutta la vita. (pag. 119)

Da lì, dal balcone, dico a Sandro: i nostri genitori ci hanno regalato quattro scenari molto istruttivi. Primo: mamma e papà giovani e felici, i bambini che si godono il giardino dell’eden; secondo: papà si trova un’altra donna e sparisce con lei, mamma dà i numeri, i bambini perdono l’eden; terzo: papà ha un ripensamento e torna a casa, i figli cercano di rientrare nel paradiso terrestre, mamma e papà dimostrano quotidianamente che è uno sforzo inutile; quarto: i bambini scoprono che l’eden non è mai esistito e che bisogna accontentarsi dell’inferno. (pag. 119)

Gratitudine? Rido, esclamo: sono i nostri genitori che ci devono un risarcimento. Per i danni che ci hanno causato al cervello, ai sentimenti. O no? (pag. 127)

Le nostre riflessioni

Questo libro è piaciuto moltissimo a tutte/i le componenti del circolo di lettura. Sono stati apprezzati la narrazione densa e realistica, la scrittura impeccabile, misurata ed elegante e la struttura “dinamica” su più piani del racconto. È un libro che parla della potenza dei legami familiari e delle conseguenze che il rapporto matrimoniale, anche nel caso di una riconciliazione, finisce per riverberare sui figli.

I personaggi non sono tratteggiati per farsi amare o odiare: si ha l’impressione che il narratore non discrimini fra di loro e non giudichi le loro condotte, lasciando il giudizio al/alla lettore/lettrice. Pur trattando di un matrimonio celebrato negli anni Sessanta, uno di quelli in cui la donna non lavorava, ma si occupava della cura della casa e dei figli, reca dei concetti applicabili anche alle relazioni attuali.

Lo consigliamo a...

Dovrebbe essere letto da tutti/e coloro che vogliono sposarsi, perché mette in luce le zone d’ombra dei legami matrimoniali con uno stile asciutto e privo di retorica.