Pochi giorni fa la dozzina del Premio Strega 2021 ha trovato i suoi cinque finalisti. Le votazioni sono state conteggiate in diretta dal Teatro Romano di Benevento. Era il 10 giugno e i pronostici di chi dava per finalista uno o l’altro autore in qualche modo sono stati ribaltati. Così la giuria di 660 votanti, tra Amici della Domenica, studiosi, traduttori e Istituti di cultura italiani all’estero (come spiegava nel precedente articolo Stefano Petrocchi), ha decretato chi tra i dodici in corsa verso la vittoria avesse dovuto continuare a percorrere la strada.
Ad aggiudicarsi questa possibilità:
- Emanuele Trevi, Due Vite (Neri Pozza) con 256 voti
- Edith Bruck, Il pane perduto (La Nave di Teseo) con 221 voti
- Donatella Di Pietrantonio, Borgo sud (Einaudi) con 220 voti
- Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) con 215 voti
- Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli) con 203 voti
Naturalmente non è mancata qualche polemica nel mondo dei lettori e in quello editoriale per l’esclusione di nomi dati per certi, ma si sa, le votazioni del Premio Strega provocano ogni anno qualche dispiacere che inevitabilmente si trasformano in malumori. Poi tutto passa, e si ricomincia a parlare di letteratura.
In questa cinquina è sotto la luce il più votato dei candidati, Emanuele Trevi, che nel suo Due Vite racconta la profonda amicizia di Rocco Carbone e Pia Pera. Tanto spigoloso e marcato il fisico e l’animo del primo, quando elegante e affabile la seconda. Due personaggi diversi e distanti ma che proprio in questa diversità costruiscono il loro ricordo. Una narrazione che va ben oltre le caduche vite, s’insinua negli occhi di chi ha vissuto quegli sguardi e qui continua a muoversi.
Anche vincitrice del Premio Strega Giovani 2021, vittoria decretata proprio durante il tardo pomeriggio a Benevento, è Edith Bruck con il suo Il pane perduto. Nel suo libro l’esperienza della sua sopravvivenza ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Non credo ci sia molto da aggiungere alla frase che campeggia anche la quarta di copertina: “Racconta, non ci crederanno, racconta, se sopravvivi, anche per noi”.
Storia di sorellanza e disamore, Borgo sud di Donatella Di Pietrantonio, entra nelle pieghe di animi silenziosi, prostrati al destino e difficilmente recuperabili. Il ritorno alle origini, al mondo vissuto e poi lasciato da parte, rimette in moto la coscienza e nutre la necessità di fare i conti con un passato ancora da risolvere.
L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito convince per la sua scrittura, per la sua narrazione essenziale e necessaria. Storia di battaglie, sociali e interiori, di una giovane donna cresciuta al bordo del lago di Bracciano negli anni 2000. Un romanzo che non ha convinto solo i votanti del Premio Strega ma è piaciuto anche ai giurati del Premio Campiello, in cui è finalista.
Andrea Bajani, con Il libro delle case, fa un esperimento narrativo partendo da un’idea: le nostre case ci custodiscono, in queste cresciamo e cambiamo. Spostandoci di casa in casa durante una vita, quanto lasciamo in quel luogo? Cosa ci portiamo nella nostra coscienza? Non è facile comprenderlo immediatamente ma in quelle quattro mura esiste molto di noi anche dopo la nostra partenza.
Dobbiamo leggere questi libri? Sono meritori di questa finale? Quest’anno i votanti del Premio Strega sono andati un po’ contro corrente, ma sicuramente questi cinque libri sono ad oggi un’eccellenza letteraria. Quindi, certamente sono libri da leggere, come andrebbero letti anche gli altri sette libri esclusi da questa finale.
E senza polemiche e amarezze, è giusto augurare a tutti un buon percorso!
( di Gabriele Ametrano, in collaborazione con Mira!)
Gabriele Ametrano è nato a Roma nel 1978. Dal 2018 è il direttore del Festival La città dei lettori. Dal 2017 è Presidente dell’Associazione Wimbledon APS con cui ha ideato e cura il progetto La città dei lettori. Giornalista, ha collaborato con le pagine culturali del Corriere Fiorentino (dorso fiorentino del Corriere della Sera) e scritto per alcune riviste (Left, Indice dei Libri, VisitArt, Edison Square, MilanoNera). Dal 2016 al 2019 è stato Direttore editoriale della rivista Lungarno. Dal 2008 conduce il programma letterario Pagine in onda nel palinsesto di Rete Toscana Classica.