Schiacciata alla fiorentina
Provenienza e storia: tipico dolce carnevalesco di Firenze, ha origini antiche; era chiamato “stiacciata unta” per la presenza, una volta, di strutto e siccioli (quel che rimane della colatura dello strutto). È un Prodotto Alimentare Tradizionale (Pat).
Caratteristiche: soffice e profumata, alta pochi centimetri e di forma rettangolare; sulla distesa di zucchero a velo, con la polvere di cacao alcuni disegnano il giglio fiorentino.
In cucina: montiamo le uova con zucchero, vanillina e sale. Alla crema chiara e spumosa, aggiungiamo latte, olio, la scorza grattugiata di un’arancia e il suo succo, e la farina con lievito. Poi mescoliamo dal basso verso l’alto per 10 minuti in modo che inglobi aria. Versiamo il composto in una teglia da 20×24 cm e lasciamo riposare per un’ora. Inforniamo a 180°C per 20-30 minuti. Quando sarà fredda, spolverizziamo, senza parsimonia, con zucchero a velo.
Un consiglio: difficile stancarsi della versione classica; se accadesse, farciamo con cioccolata o panna, crema pasticcera o chantilly; per una nota di freschezza, aggiungiamo frutta candita o scorza di limone.
Curiosità: per alcuni, era conosciuta come Schiacciata delle Murate, perché preparata dalle suore del convento delle Murate di Firenze. Divenuto carcere il convento, era servita come ultima portata dell’ultimo pasto dei condannati.
Berlingozzo
Provenienza e storia: Toscana, terra di campanili: chi ha dato i natali a questo dolce carnevalizio? C’è chi dice che sia targato Firenze, ma Lamporecchio e il Pistoiese ne rivendicano la paternità. A noi basta che sia buono. Ai posteri l’ardua sentenza.
Caratteristiche: con la classica forma del ciambellone alto, è profumato e coloratissimo perché seminato di granella di zucchero e codette.
In cucina: con la frusta montiamo uova, zucchero, sale e bucce di agrumi fino a ottenere un composto chiaro e bello spumoso. Sempre montando, aggiungiamo olio a filo, farina e lievito. Versiamo in uno stampo a ciambella unto e infarinato, e cuociamo in forno già caldo a 180°C per una mezzora. Scaldiamo a fuoco medio succo d’arancia e zucchero per avere uno sciroppo con cui spennelliamo la ciambella raffreddata e sformata che decoriamo con granella e codette.
Un consiglio: per conservarlo per tre, quattro giorni, sigilliamolo ben bene in una pellicola per alimenti. Dato che non contiene derivati dal latte, è indicato per chi è intollerante al lattosio.
Curiosità: è proprio un dolce di carnevale: il nome deriva da berlingaccio, tipica maschera quattrocentesca, da cui berlingare, far festa a tavola. Si ipotizza anche l’origine da Bretling, tavola da pranzo in tedesco antico.