Cono o coppetta, stecco o vaschetta, a merenda, come dessert o come sostituto del pasto. Qual è l’“uso corretto” di questo goloso alimento? Secondo la dietista Ersilia Troiano, presidente dell’Asand (Associazione Scientifica Alimentazione Nutrizione e Dietetica), tutto – quindi anche il gelato – può essere mangiato nelle giuste quantità e, soprattutto, al momento opportuno: «Da un punto di vista nutrizionale non è facile descrivere le caratteristiche del gelato, perché variano, insieme all’apporto energetico, a seconda degli ingredienti – afferma Troiano -. C’è, però, una grande differenza tra una coppetta di gelato alla frutta e un cono formato super, con creme, decorazioni e aggiunte golose come panna, granella di nocciola e cialda di biscotto».
Con la frutta e “senza”
Secondo la dietista, il gelato alla frutta può essere inserito nel contesto di un’alimentazione equilibrata e sana anche a fine pasto, una o due volte alla settimana. Basta scegliere il gelato giusto, meglio se senza aromi artificiali e senza conservanti. Fra le proposte di Coop con la frutta al centro, la nuova linea FruSwing che, dopo il successo dei succhi, sperimenta anche i sorbetti, in barattolo o con lo stecco, al mango e frutto della passione, al succo di limone o di mandarino di Sicilia.
Per la prova costume Troiano raccomanda di evitare di mangiare quotidianamente alimenti ricchi di zuccheri semplici, come le bevande zuccherine e gassate. Ecco perché anche i nuovi gelati Coop senza zuccheri aggiunti – i ghiaccioli assortiti e i due fiordilatte variegati all’amarena e al cacao – possono essere consumati senza troppi rimorsi, dato il loro ridotto apporto di zuccheri semplici e grassi. «Ma attenzione, anche se “leggeri”, è bene non esagerare perché si rischia di azzerarne il vantaggio dietetico»: l’esperta non ammette scusanti.
La tendenza salutista dei nuovi gelati si ritrova anche nelle novità della linea Bene-sì: dopo il cono senza glutine anche il gelato senza lattosio – nella versione dei mini stecchi e delle vaschette nocciola e cioccolato, caramello salato e cheesecake -, adatto agli intolleranti perché si parte da basi vegetali di avena o cocco, senza neppure una goccia di latte.
Infine, artigianale o industriale? «È solo un falso mito quello che i gelati industriali siano meno salutari: basta stare attenti agli ingredienti» conclude Troiano. Che a guidare sia il gusto, allora.
Un gelatino ci sta
La linea “Come una volta” Coop, nel solco della tradizione, è realizzata con pochi ingredienti e una ricetta semplice: latte, zucchero e panna italiani, insieme ai pistacchi di Sicilia, al cioccolato extra-fondente, alle nocciole o alle uova.
Per chi vuole, invece, sperimentare nuovi itinerari del gusto ci sono le specialità internazionali come i barattolini al brownie, al cheesecake in stile americano o al caramel cookie, dal tipico sapore di biscotto al caramello della tradizione belga.
Vale ancora di più la raccomandazione di stare attenti alle porzioni: «Questo perché i carboidrati del gelato sono rappresentati quasi esclusivamente da zuccheri semplici – e non dai complessi, contenuti in pane, pasta e legumi – e dunque un maxi gelato a sostituzione di un pasto può equivalere a un carico “anomalo” di zuccheri (oltre che di grassi, a seconda di gusti e decorazioni)» afferma Troiano. Ma questo non significa necessariamente astenersi: se si mangia prima una porzione di verdure cotte o crude insieme a una fonte proteica a basso contenuto di grassi, come la carne bianca, il pesce, le uova o la ricotta, dopo un gelatino ci può anche stare.
Anche perché secondo una ricerca condotta dall’Institute of Psychiatry di Londra, mangiando gelato si innesca nel cervello un meccanismo di ricompensa molto simile a quando si ascolta la nostra musica preferita. Mangiare gelato stimolerebbe quindi la produzione di serotonina, l’ormone che regola il buonumore e la felicità. Vogliamo proprio farne a meno?
Podio dei golosi
Secondo una ricerca condotta dall’Istituto del gelato italiano e Doxa, i campioni mondiali di consumo di gelato sono i neozelandesi, seguiti dagli americani e dagli australiani. Quanto agli italiani, il gelato piace a 9 persone su 10, con una netta preferenza per il più classico dei coni.
(Articolo realizzato in collaborazione con “Nuovo Consumo”)