Oggi vi raccontiamo una storia. Quella di undici comunità, nel cuore della foresta amazzonica boliviana: 1000 persone, distribuite in 90.000 ettari di terreno, all’interno di un’area grande 6 milioni di ettari. Poche ma preziose forze che con il loro lavoro preservano il territorio e le comunità stesse dall’estinzione. In quest’area anno dopo anno gli incendi e i disboscamenti conquistano terreno a favore di colture intensive.
Non solo Brasile
Non solo in Brasile, ma anche in Bolivia; qui nell’ultimo anno, così calcolano le stime della stampa indipendente locale, il tasso di incendi è triplicato, con una perdita di 1 milione e 700.000 ettari di foresta.
Qualche manciata di persone resiste, però, e continua a prendersi cura di quel prezioso luogo che fa da tetto verde al mondo intero.
A settembre è stata lanciata una raccolta fondi speciale tra i fornitori di prodotti a marchio Vivi verde, la cifra è stata raddoppiata da Coop e il totale, 130.000 euro, andrà a sostenere le popolazioni locali e la loro economia. Saranno sufficienti per potenziare la riforestazione e i vivai già attivi, fare un inventario forestale sistematico, fornire personale di assistenza tecnica e agraria ai produttori e dotare le comunità di nuove cisterne per l’acqua, sia per l’uso in emergenza che per le coltivazioni in vivaio.
![](https://informatorecoopfi.it/wp-content/uploads/2019/10/Schermata-2019-10-31-alle-13.02.49.png)
![](https://informatorecoopfi.it/wp-content/uploads/2019/10/Schermata-2019-10-31-alle-13.02.49.png)
Il viaggio di una noce
Piccole storie di eroica quotidianità. Come racconta Valeria Bigliazzi, della cooperativa Chico Mendes di Modena, partner importatore dei produttori locali delle associazioni Sefembro e Air Muije: «Non si tratta di coltivazione in senso stretto ma di raccolta dei grandi gusci del peso di 2 kg che contengono 10-15 noci ciascuna. Cadono dall’albero della Bertholletia excelsa, alto fra i 30 e i 50 metri, fra i più elevati della foresta. La raccolta avviene nella massima stagione di pioggia, tra dicembre e marzo: è un lavoro pericoloso, perché i gusci cadendo da simili altezze possono ferire seriamente chi si trova sotto. I raccoglitori, poi, attraversano la foresta inondata e camminano per giorni con i gusci in spalla per portarli fino alla fabbrica dove avviene la lavorazione. Da qui, una volta certificate, le noci tornano alla comunità e parte un’altra complessa macchina per il confezionamento e la spedizione. Dietro a un pacchettino di noci c’è un lavoro maestoso, una sfida quotidiana per far arrivare il prodotto sul nostro mercato».
![](https://informatorecoopfi.it/wp-content/uploads/2019/10/Schermata-2019-10-31-alle-13.01.49.png)
![](https://informatorecoopfi.it/wp-content/uploads/2019/10/Schermata-2019-10-31-alle-13.01.49.png)
I guardiani della foresta
«Vista da vicino – continua Valeria Bigliazzi – l’attività di queste comunità può sembrare un lavoro assurdo, un’incredibile impresa controvento, ma questa noce è l’unica fonte di sostentamento, un dono della natura. Prendersi cura degli alberi favorisce il rinnovamento della foresta, che è fonte di vita. La foresta preserva i terreni dall’erosione, dalla perdita di fertilità e delle capacità produttive. Senza foresta quei terreni diventerebbero sabbie, un deserto destinato a spopolarsi».
È così che nasce un pacchetto di noci brasiliane, spicchi dal guscio ruvido e durissimo, con un sapore a metà fra la noce comune e il cocco, meno note di altra frutta secca. A valorizzarle, la recente ondata di salutismo che le ha elette a “bomba di benessere” ad alto contenuto di vitamine, minerali e anche proteine.
A portarle sugli scaffali dei supermercati Coop, con la certificazione di commercio equo e solidale Fairtrade, è stata proprio la cooperativa Chico Mendes di Modena, nata nel 2004 da un gruppo di volontari e cooperanti impegnati nel sostegno ai piccoli produttori dell’America Latina. Con il vaglio e la supervisione di Fairtrade, sarà la cooperativa a gestire l’uso dei fondi raccolti con la campagna di Coop e a verificare i risultati degli interventi.