Nuova tappa per “Close the Gap”

Partirà dalla Campania nella filiera del pomodoro da industria, un’esperienza pilota di formazione nelle filiere agricole con occupazione femminile. Successivamente includerà anche altre filiere quali uva e clementine coinvolgendo circa 150 donne, tra lavoratrici di magazzino e di campo

Prosegue Close the Gap, la campagna di Coop sulla inclusione di genere e questa volta lo fa con l’avvio del progetto di formazione nelle filiere agricole di prodotti a marchio con occupazione femminile.

Da luglio fino alla fine dell’anno, Coop concentrerà questa prima fase formativa su tre filiere del proprio prodotto a marchio grazie al coinvolgimento e alla disponibilità di alcune imprese fornitrici e delle aziende agricole afferenti. Le filiere coinvolte sono quelle del pomodoro da industria in Campania, le clementine in Calabria e l’uva in Puglia.

Il principio della formazione sarà quello di fornire alle circa 150 donne che parteciperanno degli strumenti per il miglioramento delle proprie condizioni di vita, con ricadute possibilmente anche nel lungo periodo.

In Campania

Il via in Campania con uno dei fornitori storici di Coop, l’azienda Grimaldi. Attiva da 50 anni nel settore delle conserve di pomodoro nell’Agro Sarnese-Nocerino nel mezzo della Valle del Sarno ancora oggi terra d’elezione del pomodoro San Marzano DOP, questa azienda è stata in prima linea grazie alla dedizione e perseveranza dei Fratelli Grimaldi nell’affiancare Coop nel suo impegno per la legalità e nel contrasto al caporalato e nell’inclusione dei braccianti, anche immigrati, che ogni anno lavorano nella loro filiera. Grimaldi ora ospiterà momenti di formazione organizzati da Coop con il sostegno e la partecipazione di alcune delle organizzazioni della società civile attive sul tema, come Oxfam Italia, Caritas (con la diocesi di Teggiano Policastro) e Differenza Donna, a 70 tra le sue lavoratrici di campo e di magazzino. Tra i contenuti: la lotta agli stereotipi di genere nel mondo del lavoro e della vita privata, le relazioni di potere e prevenzione della violenza, i diritti delle donne e quelli delle donne lavoratrici, nel prosieguo l’orientamento al lavoro e ai servizi sul territorio come i centri di assistenza per le donne o gli strumenti di aiuto per la cura dei figli, corsi di alfabetizzazione di italiano.

In Puglia

Il secondo intervento si svilupperà in Puglia presso l’azienda Giuliano coinvolgendo la filiera a marchio Coop dell’uva dove si replicherà l’esperienza campana di formazione delle donne lavoratrici nelle filiere a marchio Coop.

La Giuliano, che oggi vanta tre siti di produzione e stoccaggio tra Taranto e Bari, porta avanti la tradizione di famiglia dei fratelli Giuliano impegnati da decenni nel campo dell’ortofrutta in Puglia. Con quasi 1000 ettari di uva da tavola, ciliegie, albicocche e agrumi certificati secondo gli standard delle buone pratiche agricole “Global G.A.P” e “Nurture”, la Giuliano è un presidio storico della filiera etica in terra di Puglia.

In Calabria

Il terzo intervento sarà nella piana di Sibari, in Calabria, in una delle aziende agricole che ha segnato la storia del territorio in tema di sostenibilità, etica e imprenditoria femminile. Alla guida della Minisci ci sono due sorelle e il loro unico fratello maschio su sei figli, che hanno raccolto l’eredità di famiglia.

Luogo di inclusione, parità, formazione e successo, prima azienda calabrese ad ottenere nel 1991 una certificazione bio, le donne sono sempre state il motore e il cuore pulsante di questa realtà. Anche qui la formazione sarà su più livelli, partendo dall’identità femminile, ripercorrendo anche i temi trattati nelle altre filiere ma ampliando anche con tematiche relative alla conoscenza informatica di cui potere fruire nella vita quotidiana, sostegni per l’affiancamento dei figli nello studio o anche riferimenti per l’integrazione dello studio all’attività lavorativa.

“Quando abbiamo lanciato a marzo la campagna Close the Gap sapevamo già che avevamo tutte le intenzioni di prendere molto sul serio questo nostro impegno – spiega Maura Latini amministratrice delegata di Coop Italia – Avevamo parlato di formazione convinti che l’inclusione di genere partisse dal fornire nuovi strumenti alle donne coinvolte a qualsiasi livello nelle nostre attività. Prima ci siamo guardati dentro e abbiamo attivato corsi di formazione per i nostri stessi dirigenti e impiegati. Ora ci impegniamo a formare le donne là dove sono più fragili, nei campi e nei magazzini, dove il ruolo femminile deve spesso scontrarsi con pregiudizi, mancanza di possibilità o di riconoscimenti. Strumenti che potrebbero sembrare scontati, come l’alfabetizzazione, migliori conoscenze informatiche o il sostegno nella cura dei figli, sono leve che in alcuni contesti fanno la differenza. E Coop vuole fornire a queste donne tutte gli strumenti per fare la differenza”.

La prima azione dell’Agenda Rosa Coop per l’eliminazione delle disparità di genere ha riguardato il tema della tassazione sugli assorbenti femminili con una grande adesione nei punti vendita Coop.fi, dove per una settimana, dal 6 al 13 marzo, tutti gli assorbenti femminili sono stati venduti con l’Iva al 4% anziché al 22%. Una simulazione di quello che potrebbe accadere se la petizione “Stop Tampon Tax” promossa dall’Associazione Onde Rosa su Change.org, portata avanti dall’associazione di Onde Rosa venisse accolta, ma anche un modo concreto per venire incontro a chi fa la spesa, con un ribasso che si è tradotto in un risparmio importante per le famiglie. Nei giorni dell’iniziativa, c’è stato un incremento del 30% delle vendite degli assorbenti, con punte del 45% per quelli a marchio Coop.

Alla petizione “Close The Gap. Riduciamo le differenze” lanciata lo scorso marzo hanno aderito anche molte amministratrici e amministratori toscani, insieme ad associazioni e rappresentanti della società civile. Tantissimi coloro che hanno firmato online e hanno diffuso uno scatto con l’immagine della campagna, sollecitando cittadine e cittadini a firmare a loro volta.

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