La storia del Lago di Bientina

Appare solo con la pioggia, bonificato a metà ottocento, porta con sé tante leggende e tanta bellezza

Il lago di Bientina era il più grande della Toscana, con una superficie di 36 chilometri quadrati, cinque volte il lago di Massaciuccoli. Il lago di Bientina – o di Sesto, secondo la denominazione adottata a Lucca – era delimitato a nord dalle Pizzorne, ad est dalle colline delle Cerbaie, a sud dal corso dell’Arno, a ovest dal monte Pisano e dall’abitato di Bientina.

Il lago di Bientina e la sua leggenda

A seguito della bonifica lorenese del 1859 “scomparve”, ma ancora oggi, 160 anni dopo, se ne conserva il ricordo e, quando piove, con un effetto suggestivo, il lago sembra rinascere. E comunque vive nella memoria di varie leggende, come quelle della mitica città di Sextum, che in tempi remotissimi sarebbe stata inabissata per punire i suoi abitanti.

Leggenda alimentata da racconti dei pescatori che dicevano di scorgere sul fondo strade e palazzi. In realtà si trattava di colonne e capitelli di epoca etrusca e romana, che furono recuperati dopo la bonifica.

Sempre secondo la leggenda, si sarebbe salvata dall’ira degli dei solo la casa di due benefici vecchietti. Infatti, quasi al centro del lago sorgeva un’isola, oggi riconoscibile come rilievo sulla pianura. Raffigurata nelle mappe e in vari dipinti, fu abitata dagli Etruschi e in età romana ospitò una fattoria.

Leonardo da Bientina

La storia del lago scomparso si incrocia anche con quella di Leonardo, che in una mappa del 1503, conservata nella Biblioteca nazionale di Madrid, disegnò il progetto del Canale Arnino che utilizzava il lago di Bientina e i suoi canali scolmatori per realizzare una via d’acqua che da Firenze avrebbe dovuto raggiungere il mare. Alla fine del ‘700 un altro Leonardo, Ximenes però, legò il suo nome a questo bacino, facendo realizzare le cateratte fra il canale emissario e l’Arno.

Desta meraviglia scoprire che la popolazione di queste zone per tanti secoli aveva sviluppato un’economia e una cultura basate sulla pesca, sul trasporto per la via d’acqua e sulla lavorazione delle erbe palustri.

A metà Ottocento il Granduca di Toscana fece prosciugare il lago e bonificò l’area paludosa per recuperare terreni da destinare all’agricoltura. Secondo Andrea Zagli, docente dell’Università di Siena e autore del libro Il lago e la comunità. Storia di Bientina: un “castello” di pescatori nella Toscana moderna, molte famiglie che vivevano di pesca dovettero riconvertire le proprie attività. Trasformarsi da pescatori in agricoltori fu difficile: non avevano né capitali, né strumenti e la terra strappata alle acque dimostrò gravi problemi di regimazione idraulica. Per questi motivi in seguito molti emigrarono verso la Francia meridionale.

Vennero meno attività come la pesca delle anguille e quella con le reti dai barchini, il taglio e la raccolta delle canne palustri, anche se lo sfruttamento della vegetazione della zona umida continuò per l’allevamento dei bachi da seta, oltreché per la produzione di scope di saggina.

Oggi nell’Oasi Wwf Bosco del Bottaccio a Castelvecchio di Compito, è possibile ammirare uccelli rari, un bosco e un’area umida a testimonianza del paesaggio di un tempo. Si accede con visite guidate (ingresso gratuito per i residenti a Capannori, soci Wwf e bambini sotto i 12 anni) la domenica fino al 26 maggio. Apertura straordinaria il 24 maggio per la “Festa dei parchi” con visite alle 11 e alle 16. La prenotazione è obbligatoria da inviare entro le ore 16 del sabato precedente la visita a boscobottaccio@wwf.it.

A poche centinaia di metri c’è il Lago della Gherardesca. Uno specchio d’acqua di 40 ettari dove si può rivedere in dimensioni ridotte come era l’antico lago, ritrovare la flora e numerose specie di uccelli migratori e non. Per visitarlo, scrivere a lagogherardesca@gmail.com

Anche all’Oasi di Tanali – Bientina si accede con visite guidate contattando il Comune di Bientina (Centro educazione ambientale tel. 0587 756495 e-mail: cea_tanali@comune.bientina.pi.it) o Legambiente Valdera (tel. 058756200).

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