Per il 51,6% dei cittadini il lockdown ha rappresentato l’occasione per sprecare meno. In particolare le donne sono più virtuose degli uomini. Sono quasi la totalità, invece, ben il 91,7% coloro che hanno dichiarato di aver sprecato cibo pari o inferiore rispetto a prima della quarantena, nonostante oltre la metà (51,7%) abbia acquistato più generi alimentari durante il periodo di chiusura per il Covid19.
I dati arrivano dalla ricerca condotta da Distal Università di Bologna su dati raccolti da Msi-Aci Europe Bv nell’ambito della campagna Sprecozero.
L’indagine evidenzia anche le categorie di cibo per le quali si è registrato il maggior calo di sprechi: farina e lievito (43,2%), carni rosse (42,8%), carni bianche (40,7%), latte (40,4%) e avanzi (44,9%). Il minore spreco deriva dai cambiamenti nei comportamenti di acquisto, preparazione e smaltimento, generati dal lockdown. Come era stato consigliato anche da Unicoop Firenze ai suoi soci nel momento più critico dell’emergenza, molti ad esempio hanno iniziato ad usare la lista della spesa. Sono il 47,2% dei consumatori quelli che hanno usato più spesso la lista della spesa, mentre il 58,6% ha cucinato di più.
I mesi passati e l’emergenza hanno cambiato anche gli stili di vita: il 70,9% delle donne rispetto al 53,3% degli uomini ha fatto la spesa meno di frequente e ancora sempre più donne (68,9%) che uomini (53,3%) hanno passato meno tempo all’interno dei negozi. Sempre più spesso, inoltre, gli avanzi in cucina sono stati “riciclati” in nuovi piatti e ricette: il 44,9% degli intervistati dichiara di aver sprecato meno avanzi di prima.
“Merito” per così dire del “confinamento” in casa, che ha fornito agli italiani più tempo, utilizzato, fra le altre cose, per dedicarsi ad attività legate al cibo come cucinare in modo accurato, pianificare i pasti e organizzare meglio le scorte.