Sono belli, buoni e sani: i fiori di zucca e di zucchina portano la primavera a tavola. Più o meno tutti li abbiamo incontrati, in un antipasto o in una lasagna ma non tutti sanno che…
Di zucca e di zucchina
Nonostante vengano spesso confusi, i fiori di zucca e i fiori di zucchina sono due prodotti diversi. Uno proviene dalla zucca, e di solito è il fiore maschile, attaccato ad uno degli steli della pianta. È di forma leggermente più appuntita e di colore più arancione rispetto al fiore di zucchina, più tondeggiante e pallido. Quest’ultimo si trova attaccato all’estremità della zucchina, ed è il fiore femminile. Ma anche questa pianta produce il fiore maschile che nasce dallo stelo. Tutti sono edibili, e buoni. Insomma, che sia zucca o zucchina, la bontà è garantita.
Maneggiare con cura
Una volta raccolti durano veramente poco: al momento dell’acquisto devono avere un aspetto turgido ed essere leggermente aperti. Sono molto delicati e vanno lavati sotto un filo di acqua corrente e poi tamponati con carta da cucina. Per pulirli si recide il gambo, si apre la corolla e con le mani o con un coltellino e si elimina il pistillo interno che è commestibile ma solitamente sgradito per il suo sapore amaro.
Fanno bene perché
I fiori di zucca contengono molta acqua (oltre il 90% del loro peso) e hanno proprietà diuretiche e drenanti. Contengono vitamine e sali minerali, in particolare calcio, ferro, magnesio, potassio, vitamina A, vitamine del gruppo B. Sono adatti a chi soffre di osteoporosi e alleati del sistema immunitario in quanto alimentano la formazione dei globuli bianchi. Mangiati crudi o cucinati in modo leggero, sono facilmente digeribili, poveri di grassi e apportano poche calorie al nostro organismo (12 cal. per 100 grammi). Come tutti gli alimenti di colore giallo-arancione, sono ricchi di carotenoidi, sostanze dal potere antiossidante e antitumorale.
Di piatto in piatto
A Roma li farciscono di mozzarella, alici e li friggono in pastella. Al nord, li impanano con uovo e pangrattato, rendendoli croccanti e sfiziosi. In Liguria li friggono con una morbida pastella di uova, farina, olio e latte. A Napoli li tagliano a striscioline, li impastano con farina, acqua, lievito di birra, uovo, sale, pepe e Parmigiano, poi li friggono e li mangiano nel “cuoppo”, il mitico cono di carta paglia riempito con varie pietanza fritte. In Toscana, Umbria e Calabria li friggono ma nella pastella, solo acqua, farina e niente uovo. Ma l’elenco delle ricette possibili è lungo e di gran gusto: frittate, pasta e risotti, al forno o in padella ripieni di cereali o ricotta, crudi in insalata o per farcire torte rustiche e lasagne.